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Conti deposito: valida alternativa per la liquidità

Da una ricerca di Assogestioni e Censis emerge che a tutto giugno la quota dei depositi vincolati è salita al 36,3 per cento, mentre quella dei conti non vincolati si è assestata al 63,7 per cento. Le famiglie italiane restano concentrate sui conti deposito che rendono più dei titoli di Stato.

01/10/2021
cassaforte
Conti deposito come alternativa di investimento

Gli italiani e il conto deposito, una passione affatto intaccata dalla crisi pandemica. Anzi, le incertezze che l’emergenza sanitaria ha provocato sotto l’aspetto della redditività delle famiglie hanno spinto sempre più i risparmiatori a dirottare la liquidità verso questo prodotto, che rappresenta sempre una valida alternativa (e decisamente più sicura) dei mercati finanziari.

Infatti, la massiccia liquidità che gli investitori – a scopo precauzionale - hanno accumulato in questi mesi è stata proprio parcheggiata sui conti deposito, strumento che – pur scontrandosi con il recente aumento dell’inflazione -, garantisce sempre un rendimento superiore sia a quelli riconosciuti dai conti correnti più tradizionali sia quelli pagati dai titoli di Stato.

Vincolati in forte crescita

Ma come gli italiani hanno ‘distribuito’ la massiccia liquidità che hanno accumulato negli ultimi mesi? Si parla di una cifra record che, secondo i dati forniti da Censis-Assogestioni, nel primo trimestre di quest’anno è cresciuta di ben 85,5 miliardi di euro (+5,7%) al nuovo massimo di 1.600 miliardi.

La tendenza in atto da alcuni mesi, secondo quanto emerge dal più recente Osservatorio Conti Deposito di ConfrontaConti.it, ha trovato conferma per il terzo semestre consecutivo: a fine giugno la quota dei depositi vincolati (che riconoscono un rendimento maggiore) è salita al 36,3% (24,8% nel precedente semestre e 24% negli ultimi sei mesi del 2020). Nel frattempo, la percentuale dei depositi non vincolati si è assestata a fine giugno al 63,7%.

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Aumentano le quote degli importi più elevati

Lo spaccato degli importi depositati, secondo la ricerca, rivela che le due quote maggioritarie riguardano le somme superiori ai 50mila euro (28% nell’ultimo semestre contro il 27,6%) e quelle comprese tra 15.001 e 20mila euro (27% contro 25,3%): entrambe in salita. Il mercato del risparmio comunque continua a fare i conti con la crisi, nonostante la svolta mostrata dall’economia alla luce del successo della campagna vaccinale, come testimoniano i ribassi registrati dai depositi con importi più modesti: al 10,3% dal 10,5% quelli sotto i 5mila euro, al 14,7% dal 15,3% quelli tra 5.001 e 10mila euro, all’1,9% dal 2,2% quelli tra 10.001 e 15mila euro. In discesa anche quelli compresi nella fascia tra 20.001 e 50mila euro).

Gli over 55 i più affezionati

I più affezionati ai conti deposito sono nel Nord del Paese (68,4%) e riguardano i risparmiatori over 55, che nel secondo semestre di quest’anno sono arrivati a coprire una quota del 50,8% del totale, in aumento dal 48,1% del semestre precedente e – soprattutto – dal 37,6% segnato nella seconda parte del 2020. Dall’Osservatorio di ConfrontaConti.it è invece scomparsa la fascia dei 18-25enni, che nel precedente semestre si attestava sul 2,6%.

Significativo l’allungamento della durata

Ed l'analisi della durata dell’investimento. Nell’ultima rilevazione semestrale  solo l’8,8% ha presentato una richiesta di deposito per una durata inferiore ai 6 mesi. La quota maggioritaria (35,4%) estende il periodo a 7-12 mesi, ma a segnalare l’importanza che sta assumendo il conto deposito come prodotto strategico è la crescita esponenziale avuta dalla richiesta per una durata di oltre 36 mesi, che nel semestre considerato ha toccato il nuovo massimo storico: 22,7% del totale (21,8% nel precedente semestre).

A cura di: Fernando Mancini

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