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Conto corrente come salvadanaio: perché è sbagliato

Pubblicato il 04/10/2019

Aggiornato il 08/10/2019

Conto corrente come salvadanaio: perché è sbagliato

Non siamo propriamente quello che si dice un popolo di investitori, né amiamo troppo rischiare con i nostri soldi. La paura e la scarsa cultura finanziaria induce buona parte degli italiani ad affidarsi a quello che è lo strumento più sicuro per il proprio denaro: il conto corrente.

È così che nell’epoca dei pagamenti digitali e della fintech, letteralmente la finanza tecnologica, la Banca d’Italia fa sapere che negli istituti di credito abbiamo parcheggiato 1.371 miliardi di euro.

Niente di grave se non fosse che negli stessi conti correnti ci mettiamo i nostri risparmi, liquidità che perderebbe, in potere di acquisto, circa 54 miliardi (inflazione allo 0,8%).

Perché tenere i soldi su un conto corrente tradizionale vuol dire perderci

Secondo un'analisi condotta da L'Economia del Corriere della Sera, esistono due componenti essenziali che contribuiscono alla perdita di valore di un capitale depositato in un conto corrente. Della prima ne parliamo anche nella recente news “I migliori conti correnti di settembre 2019”, dove riportiamo che sono soprattutto i conti tradizionali i più colpiti dai ripetuti aumenti. I costi stimati sono:

  • la gestione del conto (145 euro in media per un conto con operatività media);
  • l’imposta di bollo (34,20 euro, ma solo su giacenze medie superiori a 5.000 euro);
  • la perdita di potere d’acquisto.

Il secondo motivo è il mancato rendimento che deriva dal non aver investito quegli stessi capitali in strumenti più redditizi: una perdita che può andare secondo le stime dall’1,1% al 4,2% a seconda del profilo di rischio.

La perdita complessiva in 5 anni di una somma di 1000 euro tenuta su un conto corrente  tradizionale sarebbe del 76%.

Quanto si perde invece con un conto online

Molto meglio un conto da gestire in autonomia e sul web o su mobile, il cui costo con operatività media è di circa 25 euro per una famiglia e di 17 euro per un giovane.

Secondo le stime, sempre con un’inflazione pari allo 0,8%, la perdita su un conto online di 1.000 euro in 5 anni sarebbe tra il 12 e il 16%.

I conti online, pur offrendo funzionalità e servizi sempre maggiori, consentono di ottenere un notevole risparmio di spesa. Senza considerare che esistono conti online a costo zero, che a fronte di servizi essenziali e di azioni da parte del titolare come la domiciliazione delle utenze o l’accredito dello stipendio o della pensione, consentono di non pagare canone e spese.

Come trovare un conto a zero spese

Basta cercarlo su ConfrontaConti.it, il comparatore online che si avvale della partnership con decine di principali istituti di credito, nella sezione dei migliori conti correnti con l’aggiornamento quotidiano delle occasioni migliori sul mercato del credito, oppure chiedendo un preventivo in base al proprio profilo di correntista e alle esigenze personali.

A titolo di esempio, se valutiamo il 17 settembre la richiesta di un 35enne con un saldo di 3.000 euro, operatività media e accredito dello stipendio, sono ben tre le opzioni di conto corrente online a zero spese: Conto Webank, Conto illimity della appena nata illimitybank.com e ContoQuick della Banca Popolare di Bari.

A cura di: Paola Campanelli

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