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Cosa rischia chi versa contanti sul conto corrente

Qualsiasi tipo di operazione, anche il versamento di 100 euro, può essere oggetto di verifica del fisco. A destare sospetti difficilmente sarà una piccola somma versata sul conto corrente, ma, quanto più alta sarà quella somma, tanto più concreto sarà il rischio di essere sottoposti a controlli.

31/05/2021
versamento di banconote da 100 euro allo sportello di una banca
Il versamento di denaro sul conto può essere sempre soggetto a controlli

Partiamo col dire che non esiste una legge che impedisca di versare qualsiasi somma di denaro sul proprio conto corrente. Questo tuttavia non vuol dire che la stessa operazione non possa essere soggetta a controllo, perché ritenuta sospetta delle autorità preposte.

I motivi per cui versare somme consistenti di denaro può essere molto rischioso sono due:

  • il primo è legale e riguarda la normativa antiriciclaggio;
  • l’altro è di ordine fiscale, e riguarda invece l’onere di dimostrare sempre la provenienza del denaro.

La norma antiriciclaggio

In caso di movimentazione di contanti superiore a una certa soglia, adesso pari a 10.000 euro tra prelievi e versamenti, la banca deve formalmente avvisare l’Unità di Informazione Finanziaria. Non è un controllo fiscale, ma un adempimento necessario da parte dell’Unità, che valuterà se informare la Procura della Repubblica.

Gli operatori bancari dovranno, come specificato nei documenti dell’Agenzia delle Entrate, “comunicare periodicamente all’Anagrafe tributaria tutte le movimentazioni, attive e passive relative all’anno solare, sui rapporti finanziari, incluse le operazioni extra-conto rispetto alla semplice trasmissione dei rapporti intrattenuti, aperti o chiusi”.

La provenienza del denaro

A tenere sotto controllo i movimenti dei nostri conti correnti c’è l’Anagrafe dei conti correnti, un database alimentato dalle stesse banche che registrano ogni tipo di transazione che riguardi i nostri conti, anche di minima entità. Questo vuol dire che qualsiasi tipo di operazione, anche il versamento di 100 euro, può essere oggetto di verifica da parte del fisco.

L’articolo 32 del Testo Unico sulle imposte sui redditi dice che tutti i versamenti in banca o gli accrediti tramite bonifico si presumono ricavi, da riportare in dichiarazione dei redditi. Fanno eccezione i ricavi già tassati alla fonte come le vincite da gioco oppure esenti da tasse, come i risarcimenti assicurativi. Quello che serve in qualunque caso, è dimostrarne la provenienza.

L’onere della prova del credito

I versamenti ingiustificati sono dunque quelli che non trovano rispondenza in dichiarazione dei redditi, la cui provenienza rimane ignota perché non esiste attività oppure operazione che sia tracciabile come fonte di un’entrata per il correntista.

Laddove il fisco non trovasse questa rispondenza, allora si presumerà che si tratti di redditi in nero e spetterà al contribuente dimostrare che non c'è evasione fiscale. Stessa cosa per i bonifici sul conto, oppure per le somme dichiarate la cui provenienza non è dimostrabile (si pensi ai regali o ai prestiti tra familiari o amici).

L’onere della prova è sempre e comunque a carico del contribuente: se non si ha una prova scritta e documentabile, allora si è sottoposti a sanzione e al versamento delle tasse non corrisposte su quell’importo.

Va da sé che a destare sospetti difficilmente sarà una piccola somma versata sul conto corrente, ma quanto più alta sarà quella somma, tanto più concreto sarà il rischio di essere sottoposti a controlli.

Tenere traccia dei movimenti con i conti online

Ora che siamo tutti più pronti a fare il fatidico salto verso la digitalizzazione dei pagamenti, l’utilizzo pagamenti elettronici può essere praticamente totale, sollevando così dal rischio di vedersi contestare un versamento di cui poi non si riesce a giustificare la provenienza.

Con un conto online è possibile gestire qualsiasi entità di denaro e farlo in maniera molto naturale dai nostri telefoni, tablet o computer, così come anche da uno smartwatch.

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A cura di: Paola Campanelli

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