logo confrontaconti.it

Ex Bonus Renzi in busta paga: cos'è e come funziona

I lavoratori dipendenti, operativi sia nel settore pubblico che privato, ritrovano l'accredito del bonus direttamente in busta paga, unitamente allo stipendio mensile. La voce presente sul cedolino è Trattamento integrativo L.21/2020. L'importo varia a seconda della fascia di reddito.

20/09/2023
donna sorridente riceve una busta
Contributo integrativo in busta paga

L’ex Bonus Renzi, noto come trattamento integrativo o Bonus Irpef, ha un valore massimo di 100 euro e viene corrisposto mensilmente ai lavoratori dipendenti e ai disoccupati in regime di indennità NASpI, ai disoccupati in regime Dis-Coll e ai disoccupati agricoli. In un anno l’ammontare massimo della misura è pari a 1.200 euro. La somma viene accreditata direttamente sulla busta paga o sul conto corrente Naspi senza presentare domanda. Il versamento avviene infatti in maniera automatica. Per conoscere con precisione la data precisa di accredito si può accedere al proprio fascicolo previdenziale presente sul sito dell’Inps. Il trattamento integrativo può essere accreditato anche a conguaglio a fine anno. Sono i contribuenti a stabilire che la misura economica venga corrisposta ogni mese, a fine anno o nella dichiarazione dei redditi, mediante la richiesta di rimborso all’Agenzia delle Entrate.

A chi spetta il contributo integrativo 2023?

Il trattamento integrativo si rivolge a una platea ampia, oltre ai lavoratori dipendenti e ai disoccupati già citati in precedenza, come: collaboratori inquadrati con contratto co.co.co; soggetti in cassa integrazione; soci lavoratori di cooperative; sacerdoti; LSU; lavoratrici in maternità per congedo obbligatorio; lavoratori in congedo di paternità; stagisti; tirocinanti; borsisti; percettori di assegno di ricerca o premio di studio.

Trova il conto corrente che fa per te Fai subito un preventivo

Importi e detrazioni con l'ex Bonus Renzi

A partire da gennaio 2022 sono cambiati i limiti di reddito per beneficiare del trattamento integrativo. Così come previsto dalla normativa, infatti, il trattamento integrativo viene riconosciuto per un importo non superiore a 1.200 euro, determinato in misura pari alla differenza fra la somma delle detrazioni e l’imposta lorda. Gli scaglioni Irpef sono passati da 5 a 4 e sono così suddivisi: 23% per i redditi annui fino a 15.000 euro; 25% per i redditi annui da 15.000 a 28.000 euro; 35% per redditi annui da 28.000 a 50.000 euro e 43% per redditi annui da 50.000 euro in poi.

Il bonus spetta, dunque, nella misura massima di 1.200 euro all’anno ai lavoratori e ai disoccupati con reddito fino a 15.000 euro. L’entità del sostegno cala poi gradualmente per chi ha redditi superiori. Coloro che hanno una fascia reddituale compresa tra 15.001 e 28.000 euro possono accedere alla misura solo se la somma di alcune detrazioni supera l’imposta lorda. Le detrazioni prese in considerazione rispetto all’imposta dovuta per il calcolo del bonus sono: detrazioni per carichi di famiglia; detrazioni per redditi da lavoro dipendente; detrazioni per prestiti e mutui agrari; detrazioni per erogazioni liberali; detrazioni per spese sanitarie; detrazioni per le rate per interventi di recupero del patrimonio edilizio e di riqualificazione energetica degli edifici; detrazioni per acquisto prima casa; detrazioni per costruzione prima casa. Non vengono presi in considerazione per tale calcolo altri elementi, quali: abitazione principale; assegno di maternità dello Stato; assegni familiari; assegno per nucleo familiare; bonus mamma; bonus bebè; bonus baby sitter. Oltre il reddito di 28.000 euro annui, il bonus non viene più riconosciuto.

Come viene erogato il bonus integrativo Irpef 2023?

I lavoratori dipendenti, impiegati sia nel settore pubblico che privato, ritrovano il bonus direttamente in busta paga, unitamente allo stipendio mensile. Per verificare l’importo e l’effettivo versamento dell’ex Bonus Renzi basta dare un’occhiata al cedolino: la voce che ci interessa è “Trattamento integrativo L.21/2020”. Qui sarà possibile anche controllare l’importo che varia a seconda della fascia di reddito. Se viene percepito il bonus, ma il reddito risulta poi superiore a quanto previsto dalla norma, l’intera somma deve essere restituita con la dichiarazione dei redditi.

A cura di: Tiziana Casciaro

Come valuti questa pagina?

Valutazione media: 4,2 su 5 (basata su 5 voti)

Articoli correlati