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Gli italiani risparmiano meno, ma non è una buona notizia

Caccia ai risparmi per fronteggiare i pagamenti in scadenza. Il permanere di un tasso d'inflazione a due cifre percentuali sta spingendo le famiglie italiane ad attingere dai depositi sui conti. Negli ultimi mesi, infatti, le somme in deposito sono scese di 50 miliardi di euro.

27/01/2023
giovane uomo con pile di monete
Risparmi e carovita

Tradizionalmente gli italiani sono considerati un popolo di risparmiatori e i patrimoni accantonati dalle famiglie si sono rivelati una ciambella di salvataggio nelle fasi più tumultuose per il debito pubblico. Tuttavia, l’arrivo dell’iperinflazione ha cambiato radicalmente il punto di vista. Oggi siamo in una fase ancora nuova, con un numero crescente di famiglie che attinge ai risparmi per fronteggiare le difficoltà economiche.

Il rifugio nei conti correnti

Secondo le ultime rilevazioni della Banca d’Italia, tra luglio e ottobre i depositi degli italiani sono scesi di 50 miliardi di euro (il 2,4%), arrivando a quota 2.047 miliardi. Si tratta di una decisa inversione di tendenza, considerato che dall’inizio della pandemia vi era stata una corsa al risparmio, dettata dai timori per gli sviluppi futuri, tanto da aver fatto salire i depositi dai 1.823 miliardi di dicembre 2019 ai 2.097 miliardi di luglio 2022.

La maggior parte della crescita è finita nei conti correnti, il cui valore nell’arco di due anni e sette mesi è passato da 1.182 a 1.497 miliardi di euro. È seguita la discesa nell’ordine di 45 miliardi ad ottobre. Più lineare invece l’andamento delle altre forme di deposito e accumulo di liquidità, come i depositi con durata prestabilita, i depositi rimborsabili con preavviso, i pronti contro termine.

Il recente ricorso ai risparmi accumulati sui conti non è dovuto all’improvvisa voglia delle famiglie e delle imprese italiane di spendere e investire, ma piuttosto alla necessità di fronteggiare i costi crescenti. Con l’inflazione che anche a dicembre si è confermata su livelli che non si vedevano dal 1985 (i prezzi sono saliti dell’11,6% nel confronto annuo, appena due decimali in meno rispetto a novembre, mentre in buona parte degli altri Paesi occidentali la contrazione è stata intorno a mezzo punto percentuale), arriva il momento di attingere alle riserve.

Ciò che preoccupa maggiormente è la sensazione che lo scenario non sia destinato a mutare, quanto meno nel breve-medio periodo. I costi di molti beni, anche quelli non legati al conflitto in Ucraina, continuano a crescere a livelli stellari, mentre gli stipendi sono sostanzialmente fermi se si escludono i bonus una tantum concessi da qualche impresa a fine 2022. Ma, appunto, si tratta di casi isolati che non incidono in maniera significativa sulla media della popolazione italiana.

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Cosa attendersi da qui in avanti

Intervistato da La Repubblica, l’economista Rony Hamaui ha detto di attendersi un rallentamento dell’inflazione anche in Italia, anche se non a brevissimo. Il docente dell’Università Cattolica ha ricordato che secondo la dottrina l’inflazione tende a salire velocemente e a scendere lentamente. “Ci vogliono almeno due anni per tornare indietro”, sottolinea. Per poi aggiungere che però la situazione attuale è particolare, dato che il carovita è dovuto in buona parte all’andamento delle materie prime, soprattutto energetiche. “Se dovessero continuare a scendere, anche l'inflazione potrebbe adeguarsi allo stesso passo”, sottolinea Hamaui. Quanto agli indicatori da monitorare, l’esperto ne indica tre: le tensioni internazionali e la tendenza globale al riarmo; l’andamento della spesa pubblica, dopo l’impennata in risposta alla crisi Covid; infine la vivacità del mercato del lavoro.

Come valorizzare i risparmi

In attesa di capire cosa accadrà da qui in avanti, cosa fare dei propri risparmi? Considerato che l’inflazione resta elevata, cercare di farli fruttare è quanto mai opportuno per non andare incontro a una perdita certa in termini di valore reale. La stretta sui tassi da parte delle Banche centrali ha portato il rendimento dei BTp decennali ben oltre il 4% e negli ultimi giorni sono saliti i rendimenti di numerosi conti deposito offerti dalle banche italiane. Collegandosi a ConfrontaConti.it è possibile avere una panoramica delle offerte di mercato, costantemente aggiornate, in modo da scegliere quella più adatta alle proprie esigenze e aspettative.

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A cura di: Luigi dell'Olio

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