Gli italiani risparmiano tanto, ma i soldi restano spesso fermi
Italia popolo di santi, navigatori....e risparmiatori, non certo di bravi investitori. Secondo uno studio realizzato da N26 e Advantere School of Management, il 40,5% dei nostri connazionali che dichiara di accantonare fino al 6% del proprio reddito mensile.

L'Italia è tra i Paesi con la più alta propensione al risparmio. Lo conferma l'ultimo studio condotto congiuntamente dalla banca digitale N26 e da Advantere School of Management, che ha analizzato le abitudini di risparmio in diversi Paesi del continente. Il risultato pone l’Italia al secondo posto in Europa, subito dopo la Francia, con il 40,5% dei nostri connazionali che dichiara di accantonare fino al 6% del proprio reddito mensile. Si tratta di una quota superiore alla media europea, che si attesta al 38,8%.
Il prezzo per i mancati investimenti
Tuttavia, questo primo dato positivo nasconde un fenomeno poco discusso ma strutturale: molti risparmiatori italiani tendono a lasciare i propri soldi fermi su conti correnti o depositi a vista, strumenti che offrono rendimenti pressoché nulli, e che spesso nemmeno coprono l’inflazione. Di fatto, pur risparmiando, perdono potere d'acquisto nel tempo. Questo comportamento, dovuto in parte alla mancata conoscenza delle tematiche finanziarie e in parte a un’avversione diffusa al rischio, limita la possibilità di valorizzare il risparmio e di costruire una solida base finanziaria per il futuro, che aiuti a realizzare i propri obiettivi di vita a livello individuale e familiare.
Il gap di genere nel risparmio: un freno alle potenzialità del Paese
Uno degli aspetti più preoccupanti emersi dalla ricerca è l'ampio divario di genere nel risparmio, con solo il 15,3% delle donne italiane capaci di accantonare fino al 6% del reddito contro l'83,2% degli uomini. Questo divario si presenta come il più accentuato tra tutti i Paesi analizzati e mette in luce un problema strutturale radicato in disparità salariali, interruzioni di carriera legate alla maternità e difficoltà di accesso alle posizioni più remunerative.
Le conseguenze di questa situazione sono molteplici: ridotta autonomia finanziaria femminile e minore capacità di investimento e risparmio. Un tema sul quale sarebbe utile intervenire con politiche mirate di educazione finanziaria, incentivi e promozione della parità.
Generazione X e over 45: i custodi del risparmio
Se guardiamo alle fasce d'età, emerge con forza la Generazione X, composta da chi ha tra i 45 ei 60 anni, che con il 37,1% riesce a mettere da parte più del 20% del reddito mensile. Questo non solo testimonia una maggiore capacità di risparmio, ma anche una maggior consapevolezza del ruolo cruciale che il denaro svolge come protezione da eventi imprevisti e come risorsa per garantire la pensione.
Motivazioni e critiche degli obiettivi di risparmio
Il 57% degli italiani dichiara di risparmiare per obiettivi precisi, legati spesso alla copertura di spese impreviste o a grosse spese familiari come l'istruzione o la casa. Tuttavia, persiste una diffusa paura di dover ricorrere a prestiti o finanziamenti in caso di emergenze, con il 44,7% dei rispondenti che ammette che un imprevisto pari a uno stipendio lo costringerebbe a indebitarsi. Questa debolezza finanziaria rivela la mancata formazione o diffusione di strumenti che permettono di far crescere il risparmio con lavori a basso rischio, facendo leva su soluzioni semplici e facilmente accessibili.
La previdenza integrativa è ancora poco diffusa
Un altro nodo critico è la pensione: il 20,2% degli italiani non mette da parte nulla per il futuro previdenziale, mentre solo il 67,4% destina fino al 25% dei risparmi a questo scopo. Un dato che, se confermato dalle tendenze di lungo termine, rischia di creare una vera emergenza nel sistema di sostegno economico alla vecchiaia, aumentando la pressione sulle risorse pubbliche e sulle famiglie.
Conti deposito: una soluzione a basso rischio per far fruttare i risparmi
Per difendere il valore reale del proprio patrimonio non è necessario assumere rischi elevati. Una soluzione semplice e sempre più apprezzata è rappresentata dai conti deposito, che prevedono di vincolare i propri risparmi per un periodo stabilito (esistono anche i conti non vincolati, ma sono caratterizzati da rendimenti più contenuti), in cambio di un tasso di interesse generalmente più elevato rispetto ai conti tradizionali.
La sicurezza è elevata: i capitali sono garantiti dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi fino a 100 mila euro per depositante, per cui il rischio di perdita è praticamente nullo. Inoltre, i costi di apertura e gestione sono bassi o inesistenti e la loro accessibilità anche per risparmiatori meno esperti li rendono particolarmente adatti a chi vuole ottenere un ritorno minimo senza complicazioni.
Dal punto di vista fiscale, gli interessi prodotti dai conti deposito sono soggetti a tassazione agevolata al 26%, allineata a quella prevista per altri strumenti di risparmio regolamentati, e questi titoli possono integrare efficacemente una strategia di risparmio personale, andando a colmare la distanza tra rendimento e rischio.
Cosa può fare un risparmiatore attento
L'educazione finanziaria gioca un ruolo fondamentale nel trasformare l'attitudine al risparmio in vera crescita patrimoniale. Oltre ai conti deposito, esistono altri strumenti come i fondi a basso rischio, i titoli di Stato a breve termine o le polizze assicurative con accumulo, che possono aiutare a diversificare e migliorare la resa del capitale senza esporsi a volatilità eccessiva. I risparmiatori più giovani, meno legati a vincoli di liquidità immediata, potrebbero valutare anche opzioni a medio termine, mentre le generazioni più mature possono focalizzarsi sulla protezione del capitale e la pianificazione previdenziale.