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Il lockdown fa impennare l’apertura di conti online

Non c’è solo la questione logistica di riuscire a risolvere ogni operazione da casa oppure ovunque ci si trovi, perché un conto online è oggi l’alternativa migliore a un conto tradizionale, mediamente costoso e meno agile da gestire. Questo spiega come le richieste continuino a crescere.

04/01/2021
Il lockdown fa impennare l’apertura di conti online

Colpa o merito della pandemia, nell’ultimo anno abbiamo tutti familiarizzato con il nostro home banking e provato almeno una volta a compiere un’operazione bancaria o amministrativa dal computer.

C’è chi di fatto non ha minimamente risentito della chiusura, perché in banca non ci andava già da tempo, ma in un Paese dove il contante occupa buona parte delle transazioni, in special modo al Sud, si tratta di un passo avanti veramente importante.

A darne conferma ci sono le rilevazioni dell’Osservatorio di ConfrontaConti del mese di novembre, che nell’analisi per canale d’uso vede crescere ancora nel secondo semestre dell’anno la percentuale di richieste di conti online, dal 62,1% al 62,9%.

I dati sul canale d’uso danno percentuali in crescita per tutte le classi di età: dai 18 ai 25 anni (dal 61,4% al 63,9%), dai 26 a 40 anni (dal 64,5% al 64,9%), dai 41 a 55 anni (dal 62,5% al 62,6%) e oltre i 55 anni (dal 55,7% al 58,4%). Il conto online diventa dunque la richiesta crescente di un pubblico anche più maturo.

Con la pandemia italiani parsimoniosi e meno ricchi

Si abbassa dopo quattro anni di crescita costante la media del saldo dei correntisti, passando dal record assoluto e massimo valore storico di 18.173 euro del primo semestre del 2020 a 16.870 euro di questa ultima parte dell’anno.

Allo stesso modo, anche l’analisi del saldo attivo vede una contrazione dei valori, che passano dal 39,5% di correntisti con una somma maggiore di 10.000 euro al 38,1% aggiornato al mese di dicembre. Una riduzione attesa, che testimonia una ridotta disponibilità di denaro degli italiani dopo quasi un anno di emergenza sanitaria e conseguenze diffuse sul lavoro e sulla quasi totalità delle attività.

Cresce invece la percentuale di conti con un saldo medio tra i 3.000 e i 5.000 euro, piccole somme che caratterizzano il 17,0% dei conti correnti italiani.

Meno operazioni per costi più bassi

Piccoli aggiustamenti sulla ripartizione del campione rilevato per operatività dei conti correnti. I conti con un totale di 150 operazioni l’anno tra versamenti in denaro, prelievi e pagamenti sono il 21,7%, mentre prevalgono i conti con operatività media che guadagnano anche oltre un punto percentuale e occupano adesso il 57,8% del campione rilevato. Un conto su cinque (20,6%) ha un’operatività bassa.

Età e provenienza geografica dei correntisti

Rimane sostanzialmente invariata rispetto al primo semestre dell’anno la ripartizione della provenienza dei correntisti. Domina la classifica il nord Italia con il 69,8% delle richieste, segue il Centro con il 16,0% delle domande di apertura conti correnti e chiudono il Sud e le Isole con il 14,1% delle domande.

Riguardo all’età, cresce la percentuale di correntisti over 55 e under 25, le due classi di età che subiscono una importante variazione. Nello specifico, il 18,3% del campione rilevato ha oltre 55 anni (era il 17,5%), l’8,1% ha tra i 18 e i 25 anni (era il 5,6%). La fetta più importante rimane ancora la fascia di età tra i 26 e i 40 anni che, seppur perdendo 2,5 punti, rimane salda al 42,9% dei richiedenti. Il 30,7% di chi domanda un conto corrente ha tra i 41 e i 55 anni, con quasi due punti in meno rispetto al semestre scorso.

Le migliori occasioni sul web

ConfrontaConti.it offre quotidianamente una comparazione delle migliori soluzioni di conti correnti sul mercato, anche a zero spese qualora si parta da un saldo medio basso e ci si limiti nell’utilizzo a poche operazioni l’anno.

A cura di: Maria Cristina Pintor

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