Sfiducia e paura: gli italiani non investono, l’economia rallenta
Con una ricchezza stimata di 4.445 miliardi di euro, in gran parte ferma su conti e depositi, gli italiani si sono creati un fortino sicuro contro ogni futura difficoltà. Di questo denaro, ben 1.019 miliardi giacciono sui conti correnti.

La pandemia continua a condizionare i comportamenti delle famiglie e cambia progressivamente abitudini e assetti finanziari di un popolo la cui attitudine resta il risparmio.
Durante il lockdown le attività quotidiane e i consumi hanno subito uno stop senza precedenti, e questo ha contribuito ad accrescere in alcuni casi, in altri a mantenere, quel gruzzolo di liquidità che fa dormire sonni un po’ più tranquilli.
A tirare le somme sui nostri soldi ci ha pensato un’indagine commissionata dal Sole 24 Ore alla società di ricerche Noto Sondaggi. Questi i dati che ne sono emersi.
Durante l’emergenza sanitaria:
- il 51% ha mantenuto lo stesso livello di liquidità precedente alla pandemia;
- il 37% ha visto diminuire le risorse;
- l’8% ha aumentato il proprio patrimonio liquido
A ridurre i consumi sono stati tuttavia i più giovani: il 77% degli italiani in età tra i 18 e 34 anni ha ridotto i consumi, senza intaccare la liquidità, e il 10% ha risparmiato ma aumentando la liquidità detenuta.
Quanti soldi teniamo sui conti correnti
Con una ricchezza stimata di 4.445 miliardi di euro, in gran parte ferma su conti e depositi, gli italiani si sono creati un fortino sicuro contro ogni futura difficoltà. Di questo denaro, ben 1.019 miliardi giacciono sui conti correnti, 441 nei depositi vincolati, 1.122 miliardi in fondi pensione e polizze e i restanti in forme varie di risparmio, principalmente gestito.
Riguardo poi ai pagamenti elettronici, l’ultimo periodo è stato favorevole per circa un terzo dei correntisti (32%), che hanno utilizzato maggiormente i metodi di pagamento alternativi al contante rispetto a prima, ma allo stesso tempo oltre la metà (52%) li ha utilizzati esattamente come prima; solo un piccolo 6% ha continuato ad usare il contante.
Se ci fermiamo a valutare l’utilizzo dei soli conti online, l’Osservatorio di ConfrontaConti.it registra che in agosto la crescita maggiore di richieste ha riguardato soprattutto gli over 55, che hanno fatto segnare un aumento di domanda nella seconda parte dell’anno (da 55,7% a 57,0%) e gli utenti più giovani, dai 18 ai 25 anni (dal 61,4% del primo al 65,6% del secondo semestre). Numeri interessanti, se si considera la convenienza dei conti correnti online, che possono costare molto meno rispetto a un conto tradizionale.
Chi investe e dove
I dati parlano chiaro: il 64% degli italiani non ha alcun investimento in corso e chi investe, si riserva di mantenere il 30% di liquidità (38% del campione rilevato).
Il 59% di chi investe lo fa attraverso fondi e forme di risparmio gestito. Il 16% investe in un immobile.
Gli investitori sono molto attenti e valutano diversi elementi prima di muovere un passo. Più precisamente:
- il 33% degli investitori analizza le Borse e mercati;
- il 28% guarda alla situazione economica del Paese;
- il 12% prende come riferimento i conti pubblici;
- il 5% l’andamento dell’emergenza sanitaria;
- il 3% il Pil del Paese.
Un minimo comune denominatore sarebbe alla base dei comportamenti di quasi tutti gli investitori: la sfiducia. Sfiducia nella politica, nelle banche, nell’economia italiana. Anche il nuovo meccanismo del “cashback” annunciato dal Governo in tempo di provvedimenti emergenziali e quasi al debutto, non raccoglie grande consenso: secondo il 49% degli intervistati non servirà nel suo intento principale di contrastare l’evasione fiscale.
Con questo sentimento comune, la paura e il pessimismo che derivano dalla difficile situazione economica e dalla pandemia per niente scampata, immobilizzano interi patrimoni e funzionano da deterrente a una qualsiasi forma di investimento che invece sarebbe provvidenziale per l’economia italiana.