Tutte le prossime novità sui conti correnti

Strumento sempre più prezioso per le famiglie italiane, il conto corrente vive il suo momento di grande gloria e raccoglie non solo la liquidità necessaria per effettuare i movimenti quotidiani, ma anche una buona fetta di risparmi “parcheggiati” nelle casse delle banche per una somma di 43 miliardi di euro (dati Bankitalia).
Ma ad attendere i nostri ormai cari conti correnti, considerato che la popolarità ne ha aumentato il valore e quindi il costo, ci sono quest’anno due importanti novità.
La prima si chiama Redditometro, uno strumento di accertamento con il quale il fisco verifica che il reddito dichiarato dai contribuenti privati sia compatibile con le spese effettuate nell'anno di imposta, con l’intento di far fronte all’evasione fiscale.
Come riportiamo anche nella news “I conti correnti più convenienti di maggio 2019”, il Redditometro era già previsto nel nostro sistema tributario, tuttavia con un osservatorio di spese molto più limitato che andavano a definire il reddito assoggettabile ad imposta. Attualmente si mira a una ricostruzione sintetica del reddito considerando, per ciascun anno di imposta, l’incremento del patrimonio, la quota di risparmio e le spese oggettivamente riscontrabili.
Come avviene il controllo
Il controllo avviene mettendo a confronto la dichiarazione dei redditi con le entrate non solo dei conti correnti, ma di ogni tipo di deposito o strumento finanziario in possesso del contribuente, quindi anche libretti, buoni fruttiferi, carte di credito, fondi pensione, azioni, polizze assicurative e titoli obbligazionari.
L'accertamento avviene con l’invio di un questionario al quale il contribuente è tenuto a rispondere, mentre l'accertamento è previsto nel caso in cui la differenza fra il reddito dichiarato e quello accertato sia superiore al 20%.
La percentuale di tolleranza si alza al 33% in favore dei contribuenti lavoratori autonomi o titolari di ditte individuali, ma a patto che risultino in regola con gli studi di settore.
Ma se si è in regola con il fisco, non bisogna temere nulla perché come ha dichiarato il direttore dell'Agenzia delle Entrate Antonino Maggiore, il Risparmiometro provvederà a incrociare i dati dei conti e dei depositi degli italiani, ma “solo dove vale la pena, con una precisa analisi del rischio".
Come evitare di incorrere nei controlli
L’unico modo per difendersi da eventuali richiami è documentare tutte le spese effettuate e la provenienza del denaro utilizzato per fare gli acquisti: questo vuol dire utilizzare sempre meno il contante per le transazioni e prediligere invece i pagamenti elettronici, quindi rintracciabili.
A questo fine può diventare importante avere un conto digitale o comunque da gestire online, perché così non si corre il pericolo di effettuare alcuna operazione senza che ne rimanga traccia. Il vantaggio di un conto online è che costa molto meno rispetto a uno tradizionale e consente di effettuare ogni operazione da qualunque luogo ci si trovi, che sia esso il divano di casa oppure un altro Paese. Per trovarne uno conveniente basta cercarlo sul comparatore ConfrontaConti.it, nella sezione migliori conti correnti dove è possibile prendere visione delle offerte migliori in assoluto sul mercato del credito, oppure compilando il form e trovando il conto conveniente migliore per il proprio profilo di correntista.
La chiavetta va in pensione
La seconda novità che riguarda i conti correnti di questo anno è invece la progressiva abolizione della chiavetta elettronica e della scheda in plastica che generava password per poter operare sul conto. Per procedere con le transazioni sarà invece necessario avere con sé il proprio smartphone, perché la password dovrà essere rilevata dall’app della propria banca attraverso il Mobile Token, uno strumento digitale che genera password.
E se non vi sentiste troppo sicuri, sappiate che il Mobile Token in app, come scrive ad esempio BNL ai suoi clienti, “risponde a tutte le nuove disposizioni in termini di sicurezza dei servizi di pagamento online, previste dalla nuova direttiva (UE) 2015/2366, meglio nota come PSD2”.
Le prime banche ad abbandonare l’utilizzo della chiavetta sono state Unicredit, BNL e Banca Mediolanum, introducendo un doppio sistema, della password prima e poi del codice di 6 numeri (che arriva via SMS sullo smartphone).
Unicredit, la banca che ha lanciato il servizio di token via SMS da usare in accoppiata all’app, ha invece scelto di non dismettere la chiavetta, rendendola conforme alla normativa sulla base di un apposito adeguamento dei sistemi informatici.