Arriva Cerebro: il redditometro 2.0
Arriva il nuovo redditometro, che promette un salto di qualità nell'individuare e contrastare l'evasione fiscale, che ogni anno sottrae alla collettività tra i 70 e i 100 miliardi di euro. A breve entrerà in vigore "Cerebro", un software investigativo di nuova generazione.

Il Fisco italiano si prepara a un salto di qualità nei controlli con l'introduzione di "Cerebro", un software investigativo di nuova generazione che incrocia dati fiscali, bancari e patrimoniali per far emergere ricchezze non giustificate dai redditi dichiarati.
La finalità è combattere la criminalità economica, l'evasione fiscale e il riciclaggio di denaro illecito, sfruttando l'intelligenza artificiale e la tecnica del web scraping. Quest’ultimo è un metodo informatico che consente di estrarre dati e informazioni da siti web in modo automatizzato. Attraverso software chiamati scraper, che simulano la navigazione umana su Internet, si raccolgono contenuti come testi, immagini e dati presenti sulle pagine web, copiandoli e archiviandoli in un database per successive analisi o utilizzi.
Il sistema ha ottenuto il via libera del Garante per la privacy il 4 agosto scorso, aprendo la strada a controlli più precisi e meno invasivi, con l'obiettivo di migliorare drasticamente l'efficacia degli accertamenti.
Come funziona "Cerebro"
Il nuovo strumento nasce come evoluzione del redditometro tradizionale, un tempo basato solo su dati statistici e verifiche manuali. Ora, grazie a un'applicazione intelligente, il software analizza automaticamente milioni di informazioni incrociate da archivi pubblici, banche dati fiscali, movimenti bancari, dei conti correnti e immobiliari. Utilizzando il già citato web scraping, raccoglie inoltre dati aggiornati da fonti online pubbliche, filtrati in base al codice fiscale dei soggetti sotto esame.
Uno degli aspetti più innovativi è la capacità di confrontare in modo personalizzato e parametrico i redditi dichiarati con le spese reali e il tenore di vita, riferendosi ai dati Istat sulle soglie di povertà, le spese mensili medie e le caratteristiche demografiche come composizione familiare, zona geografica e tipo di Comune.
Solo quando emergono incongruenze significative, si avviano approfondimenti investigativi mirati, evitando controlli inutili e indiscriminati.
L'evasione fiscale, un problema endemico in Italia
Il contesto in cui si inserisce Cerebro è segnato da un persistente fenomeno di evasione fiscale che sottrae allo Stato tra i 70 e i 100 miliardi di euro all'anno. Questo grave "tax gap" limita la capacità di finanziare servizi pubblici essenziali come sanità, istruzione, e infrastrutture, penalizzando l'intera collettività. Nonostante una flessione negli ultimi anni, dovuta anche a requisiti normativi più rigidi e alla digitalizzazione, l'evasione resta una piaga con un impatto economico e sociale devastante.
Le forme più diffuse riguardano l'Iva, con oltre 30 miliardi di sottratti annualmente, seguita da sotto-dichiarazione dei redditi (Irpef) e frodi societarie (Ires). La lotta all'evasione è quindi un tema prioritario, che necessita di strumenti all'altezza delle sfide poste da sistemi evasivi sempre più sofisticati.
L'impatto del redditometro 2.0 sul contrasto all'evasione
Il rilancio del redditometro con "Cerebro" rappresenta una svolta strategica nel contrasto all'evasione e al riciclaggio. Il nuovo sistema supporta le autorità nel ricostruire in modo più preciso i patrimoni illeciti e nel verificare che il tenore di vita non sia sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati. Questa precisione consentirà di individuare i casi più gravi e di intervenire con misure legali, come sequestri e confische, autorizzate dall'autorità giudiziaria.
A fronte della complessità dei nuovi scenari economici, il redditometro 2.0 integra dati innovativi come le transazioni digitali, gli investimenti in criptovalute e le spese su piattaforme telematiche, riducendo i margini per evasioni difficili da scoprire. L'intelligenza artificiale e gli algoritmi di machine learning migliorano sensibilmente la capacità identificativa degli operatori fiscali, rendendo il processo più efficiente, trasparente e giusto.
Privacy e tutela dei contributori
Il Garante della Privacy ha definito limiti netti all'uso di Cerebro per evitare abusi e proteggere i diritti dei cittadini. Il sistema non può bloccare conti correnti o effettuare misure restrittive direttamente, ma segnala solo incongruenze tra redditi e patrimoni da approfondire tramite procedure formali. L'eventuale sequestro o confisca deve sempre passare dall'autorizzazione dell'autorità giudiziaria, garantendo quindi un bilanciamento tra efficacia fiscale e tutela della privacy.