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730 non corretto: il Caf è responsabile

10/04/2015
730 non corretto: il Caf è responsabile

La compilazione del 730 attraverso un commercialista abilitato o un Caf consente di ottenere i rimborsi fiscali in busta paga. Ma cosa accade nel caso in cui si verifichi un mancato riconoscimento delle detrazioni a cui si ha diritto o l’Agenzia delle Entrate invii una sanzione a causa di un errore commesso nella compilazione dei documenti?

La nostra legge fiscale, si sa, non è semplice e soprattutto è in continuo divenire. Ma la circolare 122/E del 1999 prevede una precisa procedura in caso di 730 non corretto che parte da un unico presupposto: l’obbligo del Caf che presta assistenza fiscale è quello di compilare correttamente i moduli del modello di dichiarazione dei redditi e farlo apponendo un visto di conformità, vale a dire verificandone la correttezza punto per punto.

La legge infatti riconosce la responsabilità degli errori fattuali o di calcolo al soggetto che ha compilato i moduli. Nello specifico, il decreto ministeriale 31 maggio 1999, n. 164 obbliga i Caf a stipulare un’assicurazione a copertura di eventuali danni recati al contribuente, senza franchigie né riduzione di massimale, anche se le richieste di risarcimento sono avanzate dopo la scadenza del contratto con il Caf.

Nel caso in cui il contribuente riscontri un errore nella sua dichiarazione dei redditi, ha diritto di ottenere la rettifica della dichiarazione senza alcuna spesa. Non solo. In caso di errore derivante da una sua rettifica successiva alla compilazione da parte del Caf, l’utente potrà ancora rivalersi su quest’ultimo e chiedere comunque il risarcimento: la legge, infatti, non ammette che possa essere “indotto in errore”.

Ma quali sono le fattispecie di errore per cui è possibile rivalersi sul Caf? Sicuramente gli errori di conteggio e di calcolo, gli sbagli di compilazione, l’erronea attribuzione di detrazioni.

La procedura per la richiesta del risarcimento richiede la spedizione di una raccomandata con ricevuta di ritorno, sia all’Agenzia delle Entrate che al Caf, all’interno della quale il contribuente espone i fatti accaduti. In genere è opportuno rivolgersi a un’Associazione dei consumatori, previa iscrizione alla stessa: non necessario, ma consigliabile e da valutare anche in misura del risarcimento a cui si ha diritto, visto che la collaborazione di un’associazione richiede l’iscrizione annuale, che ha evidentemente un costo.

I tempi consentiti per chiedere risarcimento al fisco senza alcuna sanzione sono la data di presentazione della dichiarazione dell'anno successivo: altrimenti, il risarcimento andrà richiesto al Caf.

Il consiglio è di tenere traccia sempre dei documenti fiscali, almeno per i quattro anni successivi alla compilazione del 730 relativo a un determinato anno.

A cura di: Paola Campanelli

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