Sempre più soldi sui conti degli italiani
Mentre l’Agenzia delle Entrate in attesa di attivarsi con il programma di accertamenti fiscali sui conti correnti annuncia un possibile effetto retroattivo dell’attività di controllo partendo dai dati risalenti al 2013, i conti correnti degli italiani continuano a gonfiarsi.
Nella nostra news "I conti correnti più convenienti di gennaio" riportiamo che l’Istat certifica l’aumento della propensione al risparmio e allo stesso tempo la Banca d’Italia rileva che nel 2017 le famiglie hanno accumulato sui conti correnti 1.329 miliardi di euro, realizzando un “gruzzolo” pari a 4.228 miliardi.
Più denaro nei conti degli italiani
A dare riscontro del peso dei conti correnti nelle scelte degli italiani ci sono i dati dell’Osservatorio ConfrontaConti.it di febbraio, secondo cui in questo primo periodo dell’anno il saldo medio dei conti è cresciuto ancora rispetto all’ultimo semestre 2017, andando a segnare 12.733 euro, contro i 12.346 euro precedenti. Una crescita incessante che prosegue dal secondo semestre del 2016, quando lo stesso Osservatorio aveva rilevato un saldo medio attivo pari a 11.189 euro.
Ma a testimoniare la crescita delle giacenze sui conti correnti c’è anche un altro dato, che riguarda proprio il saldo dei conti effettuato ogni semestre. L’inizio del nuovo anno si apre con la fascia 5.000-10.000 euro e oltre che guadagna quasi un punto percentuale, assorbendo il 47,5% dell’intero campione rilevato nell’analisi del saldo attivo.
L’incidenza dei conti virtuali
In una lenta ma inesorabile crescita che continua ormai fin dalle prime rilevazioni dell’Osservatorio risalenti al 2010, il canale online guadagna ancora punti e si conferma come quello più richiesto: il 52,9% del campione riguarda questo tipo di conto, mentre il 38,9% ha una gestione promiscua in filiale e online e solo l’8,2% delle richieste è per un conto corrente in filiale.
L’analisi per operatività dei conti
In termini di operatività, vale a dire la quantità di operazioni che si sceglie di includere a contratto, vince la modalità media, con un totale di 60 operazioni l’anno tra versamenti di denaro, prelievi e pagamenti. Per il 28,7% dei conti l’operatività richiesta è bassa (20 operazioni l’anno) e per il 24,0% è invece alta (150 operazioni). Solo il 2,0% richiede un programma personalizzato, con la possibilità per l’utente di stabilire il numero e la tipologia di operazioni più consoni all’utilizzo del conto corrente.
L’identikit del correntista medio
Ha un’età media dai 26 ai 40 anni (39,2%), è del nord Italia (71,1%) e preferisce un conto online (come abbiamo visto sopra, il 52,9% del campione). Come abbiamo avuto modo di scrivere anche in "Conti correnti: ora contano anche quelli online" la differenza in termini di spese fisse tra un conto gestito in filiale e uno online è di 51,3 euro per un conto tradizionale e di 5,3 euro per un conto online (solo il canone della carta di credito è di 6,7 euro in media per il primo tipo e di 1,8 euro per un conto online). In quanto a spese variabili, abbiamo invece 26,3 euro per un conto in filiale e 9,3 euro per uno digitale.
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