I pagamenti? Nel 2018 sempre più contactless
Aggiornato il 07/03/2018

Nel 2018 si affermerà un trend che nell’ultimo anno ha fatto molto parlare, ovvero l’aumento dei pagamenti in modalità contactless. Grazie alle tecnologie, ma anche alla crescita dei wearable device abilitati ai pagamenti, presto dismetteremo i portafogli.
Partiamo da qualche dato sui pagamenti contactless: come evidenziato nella nostra news "Pagamenti contactless: la rivoluzione dei digital payment", secondo Visa, uno dei circuiti più utilizzati a livello globale, nel 2016 il numero di pagamenti con carte contactless ha raggiunto il 52% del totale, mentre solo nel 2015 si attestava intorno al 36%.
I pagamenti contactless in Europa hanno registrato un incremento del 170% dalla seconda metà del 2014 allo stesso periodo del 2015 e nel 2016 sono triplicati. Oggi in Italia sono oltre 30 milioni le carte contactless: una transazione su 3 ai Pos avviene già in modalità contactless.
Pagamenti contactless: carte e smartphone
Quando parliamo di pagamenti contactless, ci riferiamo a sistemi di pagamento relativamente recenti nel mondo delle carte di credito. Essi permettono di completare un acquisto semplicemente posizionando la carta vicino al POS (point-of-sale), ossia l'apparecchio per le transazioni attualmente in uso in quasi ogni esercizio commerciale.
La tecnologia alla base di questo processo è denominata RFID, un acronimo che sta per Radio-Frequency Identification ("identificazione a radiofrequenza" in italiano). In pratica, delle targhette elettroniche, chiamate tag, racchiudono i dati inerenti all'oggetto su cui sono poste. Degli strumenti appositi, detti reader, sono poi in grado di leggere le informazioni contenute nel tag.
La lettura avviene tramite radiofrequenza, grazie alla quale l'apparato è in grado di ricevere in un istante le informazioni dal tag che sta interrogando. Esiste anche la possibilità di usufruire di questo innovativo sistema di pagamento avvicinando il proprio smartphone ad un terminale abilitato (POS). E’ però necessario che il telefono includa una tecnologia NFC (Near Field Communication). Inoltre è necessaria una SIM telefonica NFC, reperibile presso alcuni operatori telefonici.
Wearable device: cosa sono e come funzionano
Secondo dati Mastercard, entro il 2020 il 62% dei pagamenti avverrà tramite wearable device. Nel 2016 le vendite di questi dispositivi hanno raggiunto i 16.2 miliardi di dollari e la domanda di questi prodotti da parte degli utenti è aumentata del 22% anno su anno, da gennaio a giugno 2017.
Forse non tutti sanno in che cosa realmente consista un wearable device: si tratta di un dispositivo indossabile (in inglese, wearable device), solitamente da polso, con funzioni quali notificatori collegati allo smartphone con il wireless, le onde medie FM o più spesso con il Bluetooth. A ciò si aggiungono funzionalità spesso legate al fitness.
In un primo tempo i wearable device sono stati utilizzati prevalentemente per il monitoraggio di attività fisica, cardiaca e del sonno. Successivamente sono stati impiegati per i pagamenti: citiamo a questo proposito gli smartwatch con Samsung Pay, Android Pay e Apple Pay.
Qualche esempio di wearable device
Qualche tempo fa avevamo parlato di "Tappy, l’anello per i pagamenti contactless". In ceramica, il dispositivo ha un’antenna NFC integrata e non richiede ricariche.
Tappy è collegato ad un’apposita app smartphone che permette l’accesso al conto corrente del cliente e i pagamenti presso i Pos abilitati. Secondo Wayne Leung, CEO e fondatore di Tappy, almeno 10 grandi marchi sarebbero pronti ad acquistare l'anello per metterlo in vendita.
Nel 2016 in occasione del Mobile World Congress, MasterCard e WISeKey avevano annunciato una partnership per abilitare i pagamenti contactless con orologi e dispositivi indossabili di brand di lusso. WISeKey sta lavorando con numerose aziende famose produttrici di orologi, tra cui Hublot e Bulgari, che utilizzano WIS.WATCH, il software di sicurezza brevettato da WISeKey.
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