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Bonus POS e cashback: le nuove misure per rilanciare economia e pagamenti digitali

Sono 1,75 i miliardi di euro a disposizione del Governo per rilanciare i consumi e favorire i pagamenti elettronici. Insieme al Bonus POS, che premia chi non utilizza il denaro contante, il cashback è un meccanismo di rimborso di una percentuale della transazione effettuata.

24/08/2020
Bonus POS e cashback: le nuove misure per rilanciare economia e pagamenti digitali

Si chiama Bonus Pos 2020 ed è una delle tante misure incluse nel Decreto Agosto finalizzate a rilanciare i consumi e favorire alcune forme di pagamento elettronico.

Inizialmente previsto con uno sconto immediato sugli acquisti di determinate categorie merceologiche come l’abbigliamento, i ristoranti e gli elettrodomestici, lascia il posto secondo le ultime disposizioni al cashback, un meccanismo di rimborso di una percentuale della transazione effettuata con strumenti di pagamento digitali. A disposizione del Governo 1,75 miliardi di euro, con partenza già dal prossimo dicembre.

Premesso che si aspetta la definizione di termini e condizioni del sistema di cashback, si tratterà con molta probabilità di un meccanismo a punti, quindi non più di premi, che consente di accumulare un vantaggio che si traduce in un monte di rimborsi da spendere in determinati periodi dell’anno, probabilmente in parte prima delle vacanze estive, in parte l’anno successivo a quello dell’accumulo dei punti.

Quello che è certo, è che gli acquisti dovranno essere effettuati con carte e bancomat, quindi pagamenti rigorosamente elettronici, mentre le modalità dello sconto sono in corso di definizione: si potrebbe trattare di una card, di una app o di un rimborso diretto sul conto corrente o sulla carta di credito del contribuente.

Il balzo in avanti dei pagamenti digitali

La misura del bonus su alcune spese arriva in un momento in cui il Paese è probabilmente pronto a fare il salto. Perché i dati dicono che durante il lockdown l’utilizzo della moneta elettronica è cresciuto di 11 punti percentuali, passando dal 57% del 2019 al 68%, esattamente la crescita rilevata dal 2011 al 2019. Inoltre, degli acquisti effettuati durante la quarantena, le transazioni che sono state pagate con carta di credito sono il 48%, dal 42% precedente.

È quanto emerge da un’analisi condotta da Federdistribuzione per il Sole 24 ore ed è relativa al solo genere di acquisti consentito durante il lockdown, quindi in prevalenza alimentari. Il dato positivo è che la tendenza a usare la carta al posto dei contanti non è variata anche dopo il lockdown, visto che nel mese di luglio i pagamenti con carta di credito sono stati il 66% (contro il 57% del 2019), mentre il 49% ha utilizzato la moneta elettronica, contro il 42% del 2019. Sono dei dati molto importanti, che segnano il sorpasso delle transazioni digitali su quelle pagate in contanti.

Tuttavia sembra che non siano sufficienti, perché come sottolinea Claudio Gradara, presidente di Federdistribuzione, “la soglia raggiunta a luglio non permette di fare un salto nelle nostre organizzazioni, visto che, affinché questo avvenga, è necessario che i pagamenti elettronici siano almeno il 75% delle transazioni”.

L’uso del contante in Italia

Secondo una recente indagine della Banca d’Italia dal titolo "Il costo sociale degli strumenti di pagamento", l’uso del contante è ancora molto alto e avrebbe un costo di 7,4 miliardi, lo 0,44% del Pil.

A costituire un ostacolo al passaggio al digitale non sono solo fattori di ordine culturale e la mancanza di un’educazione finanziaria adeguata, ma anche l’organizzazione di un sistema di pagamenti che non favorisce chi invece utilizza il digitale.

La misura introdotta con il Decreto Agosto costituisce forse il primo vero passo in avanti verso la digitalizzazione dei pagamenti, perché premia chi non usa i contanti, e lo fa a spese dello Stato. Un altro piccolo ma importante passo avanti potrebbe essere la realizzazione di una misura finanziaria annunciata, e cioè l’innalzamento a 50 euro della soglia dei pagamenti che non richiedono l’utilizzo del PIN, ora stabilita a 25 euro.

La realtà è che la sostituzione del contante lotta contro un fantasma gigantesco nel nostro Paese: l’evasione fiscale e il riciclaggio del denaro sporco, due tristi piaghe che avrebbero bisogno di misure draconiane per essere risolte. Ma la strada è ancora lunga e il Governo non sembra muoversi nella direzione di una “cashless society”, come è invece avvenuto in alcuni Paesi del nord Europa (si pensi alla Svezia, alla Danimarca e alla Finlandia). Lo si legge nelle parole “rassicuranti” del premier Giuseppe Conte che hanno annunciato il nuovo Decreto Agosto: “premieremo chi farà ricorso ai pagamenti digitali, ma questo non vuol dire che penalizzeremo chi utilizzerà i contanti”.

Il ruolo dei conti correnti online

In questo quadro di incentivo all’utilizzo degli strumenti di pagamento elettronici e di una società che deve necessariamente evolvere verso il digitale, il primo passo da fare è passare a un conto corrente online. Facile da gestire, comodo e sicuro, un conto online è la soluzione più economica anche quando si dispone di un saldo alto.

Di fatto, sono tanti gli italiani che fanno ormai utilizzo esclusivo di un conto online, il 62,1% dei correntisti secondo i dati raccolti dall’Osservatorio di ConfrontaConti.it.

Per trovare la soluzione più economica, basta cercarla sul comparatore nella sezione migliori conti correnti del giorno, oppure si può richiedere un preventivo di conto corrente, sempre online e in maniera completamente gratuita.

A cura di: Paola Campanelli

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