logo confrontaconti.it

Conti deposito: un’attrazione che oggi rende più dell’inflazione

Pubblicato il 12/05/2019

Aggiornato il 16/05/2019

Conti deposito: un’attrazione che oggi rende più dell’inflazione

Né azioni, né oro, né diamanti! Gli investitori italiani restano affezionati al conto deposito. Anzi, nell’ultimo periodo c’è stata addirittura una loro riscoperta.

Il perché è presto detto: viene ritenuto lo strumento migliore per difendere il capitale alla luce, soprattutto, di un momento carico di incognite economiche e politiche (interne e internazionali).

A fare la differenza è il fatto che, come abbiamo approfondito nella news "I conti deposito restano il salvadanaio degli italianiviene considerato il porto più sicuro per i propri risparmi e non fa nulla se oggi offrono rendimenti tutt’altro che esaltanti. Anche se qualcosa su questo fronte si sta muovendo. Infatti nell’ultimo periodo abbiamo assistito a una lieve ripresa dei tassi di interesse, dovuta alle offerte più generose praticate dagli istituti di credito.

Dietro questa ‘disponibilità’ c’è una politica di lungo respiro delle banche italiane che, trovando sempre più caro il loro ricorso al mercato obbligazionario, sono tornati ad allettare le famiglie dei risparmiatori. 

L’Osservatorio Confronta Conti Deposito di ConfrontaConti.it rileva che il tasso d’interesse massimo, riferito a depositi di 10mila euro vincolati per dodici mesi, da fine dicembre viaggia costantemente sopra il tasso d’inflazione ed è tornato a flirtare da vicino quella soglia del 2% abbandonata nell’ultima parte del 2014. Nel frattempo la forbice che lo separa dal rendimento dei Bot annuali è tornata ad allargarsi, visto che a fine marzo di quest’anno il titolo di Stato italiano pagava molto meno dell’1%. 

Vincono i depositi vincolati

L’analisi dell’importo depositato conferma (sulla base delle rilevazioni semestrali) la crescita esponenziale registrata dai conti con una somma compresa tra 15.001 e 20mila euro: salita a fine marzo al 27,9% dal 20,4% registrato nella seconda metà del 2018.

Rispetto al secondo semestre del 2010 questa quota è più che triplicata, senza considerare il balzo dal minimo assoluto (8%) registrato appena nei primi sei mesi del 2018. Questa performance ha inciso negativamente su tutte le altre fasce d’importo: dalle più consistenti a quelle più piccole. Il 26,8% (dal 30,4% del secondo semestre 2018) detiene oltre 50mila euro, il 18,5% (dal 19,6%) dai 20.001 ai 50mila euro, il 14,6% (dal 16,1%) dai 5.001 ai 10mila euro e il 9,8% (dall’11,1%) meno di 5mila euro.

La scena è dominata dai depositi vincolati, quelli più redditizi. Questo strumento, anche se in lieve arretramento in questo avvio d’anno (all’82,5% rispetto all’89,1% registrato nella seconda parte del 2018), continua a viaggiare sui massimi degli ultimi cinque anni (inizio 2014). La quota dei depositi non vincolati è salita di riflesso al 17,5% del totale. 

Gli over 55 e le durate lunghe dominano la scena

Gli investitori continuano a preferire le durante più lunghe. Secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio, nel periodo gennaio-marzo di quest’anno è stato toccato un nuovo record per le durate superiori ai 36 mesi: al 16,3% dopo il 14,6% del secondo semestre del 2018. Una tendenza che ha trovato conferma nell’aumento record delle preferenze anche per la durata compresa tra 25 e 36 mesi: al 9,4% dall’8,3%. La più consistente, quella compresa tra i sette e i dodici mesi, è salita al 40,5% dal 38,8%.

In assestamento tutte le altre durate d’investimento. Il conto deposito resta lo strumento preferito dagli investitori maturi. In particolare gli over 55 rappresentano il 39,2%, in aumento dal 38% degli ultimi sei mesi dello scorso anno. Brusca contrazione invece per la fascia 41-55 anni, scesa al 35,2% dopo il balzo al 39,5% (dal 32,8%) registrato nella seconda parte dello scorso anno.

Inaspettatamente è continuato a salire, ormai da quattro rilevazioni semestrali consecutive, il target dei giovani: quelli di età compresa tra i 26 e i 40 anni salgono a una quota del 24,1% dal 20,6%. 

Al Nord il 71,1% dei conti deposito

Per quanto riguarda l’analisi per area geografica, l’Osservatorio segnala un nuovo spunto nel Nord Italia, con la quota relativa salita al 71,1% dal 69,9%, ovvero ai massimi degli ultimi tre anni (già toccati nella prima parte del 2018). In assestamento le altre aree: al 16% il Sud/Isole e al 12,9% il Centro.

Chi volesse aprire un conto deposito, può ottimizzare la scelta e disegnarlo secondo le proprie esigenze consultando ConfrontaConti.it, piattaforma che permette di comparare le varie offerte degli istituti di credito. Districandosi meglio tra gli ostacoli che caratterizza questo strumento: dal rendimento garantito al vincolo-non vincolo, dagli oneri di apertura a quelli di chiusura anticipata, dall’imposta del bollo ai costi di gestione.

A cura di: Fernando Mancini

Come valuti questa pagina?

Valutazione media: 0 su 5 (basata su 0 voti)

Articoli correlati