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Credito: con i canali digitali più servizi ai clienti

Con l’open banking, secondo una ricerca di CRIF, crescono le erogazioni alla clientela consumer, del 7,5 per cento, e si riducono i tempi, a meno di cinque minuti, del processo di apertura di un conto corrente. La strategia dell’onboarding per trattenere e catturare nuovi clienti.

21/01/2022
tablet con scritte banking, savings
Studio di CRIF su onboarding e open banking

La strategia perseguita dalle banche per trattenere-conquistare clienti, ovvero l’onboarding, funziona e si sta estendendo ad altri servizi. Lo sviluppo dei servizi open banking, inizialmente riconducibile strettamente ai servizi di pagamento, sta progressivamente includendo prodotti di risparmio, d’investimento e credito, al punto che da open banking si sta evolvendo in uno scenario di open finance.

È quanto emerge da una ricerca di CRIF. Le banche, grazie alle conquiste tecnologiche, hanno riconosciuto all’onboarding il ruolo di porta di ingresso verso l’open banking: strategia che consente loro di aumentare la conoscenza del cliente e potenziare i processi di valutazione, che sono più fluidi ed efficaci grazie a tutte le nuove informazioni di conto corrente.

+7,5% le erogazioni alla clientela consumer

Lo studio di CRIF ha rilevato un elevato tasso di conversione, pari all’80%, entro 24 ore dall’inizio dell’onboarding della nuova clientela, un’accuratezza e completezza della raccolta documentale superiore al 75% e, soprattutto, un tempo inferiore a 5 minuti per completare il processo di application a un nuovo conto corrente.

Contestualmente i processi operativi sono più rapidi: si registra un aumento del 30% dei clienti (rifiutati al primo round), che viene invece accettato utilizzando i dati raccolti dai conti correnti, a fronte di un aumento del 7,5% delle erogazioni di prestiti alla clientela consumer a parità di rischio atteso in ingresso, mentre l’aumento delle pratiche deliberate in automatico rispetto al processo tradizionale è addirittura pari a +50%.

Servizi a valore aggiunto e personalizzati

Il tutto a vantaggio del cliente che, grazie all’estrema duttilità dei canali digitali, potrà usufruire di servizi a valore aggiunto e funzioni personalizzate, come elemento migliorativo e differenziante dell’esperienza già disponibile sui canali tradizionali, con opportunità di migliorare l’esperienza sia nella gestione dei propri risparmi, sia dello sviluppo delle proprie attività, in particolare per PMI e Piccoli Operatori economici.

La banca, inoltre, è in grado non solo di ridurre il ‘time to service’, ma anche di abilitare i clienti ad accedere a distanza a servizi completi ed evoluti (lending, pagamenti, finanziamenti, così come servizi assicurativi e/o per la protezione cyber), i quali potranno chiedere il supporto remoto in caso di difficoltà. 

L’inizio di un periodo di grandi trasformazioni

Il sistema, secondo Simone Capecchi, executive director di CRIF, è solo all’inizio di un periodo destinato a segnare importanti evoluzioni nell’offerta di servizi. I numeri gli danno ragione: nei tre anni dall’entrata in vigore della Direttiva sui Servizi di Pagamento (gennaio 2018), in media il 39,5% dei clienti ingaggiati nei processi di open banking ha fornito il consenso all’utilizzo delle informazioni del proprio conto corrente.

Dall’analisi del profilo di questi clienti emerge che: il 54% delle persone fisiche è monoreddito e il 26% multireddito. Quasi l’80% fornisce un conto corrente dove registra l’accredito dello stipendio o pensione. Il saldo medio per cliente è di 306 euro (3 operazioni medie mensili in entrata, per importo di 2.124 euro). Circa il 12% dei clienti ha un risparmio medio mensile superiore al 20% del reddito.

A cura di: Fernando Mancini

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