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Criptovalute: oggi più strumento speculativo che bene rifugio

La Fed ritiene che oggi le criptovalute siano più uno strumento speculativo che un bene rifugio, mentre gli investitori sottostimano i rischi che presenta questo mercato nuovo e non regolamentato. Federconsumatori, alla luce delle violente oscillazioni, avverte dal rischio di aggiotaggio.

09/06/2021
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Il mercato delle criptovalute e i rischi che presenta

L’eldorado immaginario offerto agli investitori dalle criptovalute presenta non poche incognite, soprattutto per chi si avventura senza quei ‘paracadute’ necessari per difendersi dai molti rischi insiti di questo strumento. Si tratta infatti di un nuovo mercato e, per questo, ha ancora lati oscuri: oltre a peccare di trasparenza nelle transazioni, gli osservatori ritengono che sia ancora scarsamente regolamentato ed esposto al riciclaggio di denaro.

Forse la sintesi più efficace di questo quadro è stata fatta recentemente dal Presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, secondo cui le criptovalute sono oggi più uno strumento speculativo piuttosto che un mezzo di pagamento.

Gli impulsi della corsa al nuovo ‘oro’

La Fed, ovvero la principale Banca centrale mondiale, ammette di non avere fretta di adottare un dollaro digitale. Inoltre, il giudizio del banchiere sulle criptovalute private è più pesante: non sono – ha detto - un sostituto del denaro circolante e non sono un “buon bene rifugio”. Eppure, dopo la nascita della prima valuta virtuale (bitcoin) nel 2008, questo meracato ne hanno fatta di strada: si sono moltiplicati gli attori e i forti guadagni hanno attirato molti investitori.

E oggi la corsa al nuovo ‘oro’ registra nuovi impulsi: piattaforme dedicate che si quotano, società e anche mercati che accettano pagamenti in valuta virtuale. Tuttavia, l’estrema volatilità che ancora contraddistingue questo mercato preoccupa non poco.

Le quotazioni di bitcoin sulle montagne russe

Gli ultimi mesi sono stati caratterizzati da ampi capovolgimenti sul fronte delle criptovalute: il mercato, infatti, ha bruciato oltre 300 miliardi di dollari. Il bitcoin, in concomitanza col debutto al Nasdaq di Coinbase (piattaforma per la compravendita di valute digitali), ha aggiornato il suo record (poco sotto 63mila dollari), per poi precipitare in sette giorni sotto la soglia dei 50mila dollari, lasciando sul terreno oltre il 20% del suo valore (che nell’ultimo anno si è moltiplicato di nove volte, performando meglio dei mercati azionari e dell’oro). Movimenti che, secondo Federconsumatori, fanno apparire gli investimenti in questo settore più simili al gioco d’azzardo che al mercato azionario.

Federconsumatori, c’è il rischio di aggiotaggio

Per questo motivo l’Associazione per la difesa dei consumatori si chiede se, in un mercato totalmente privo di regole e controlli, i forti sbalzi delle criptovalute siano determinati da fattori reali o, piuttosto, da previsioni e rilanci di analisti intenzionati a influenzarne l’andamento.

È forte infatti, spiega una nota, il rischio di aggiotaggio. Ecco perché le autorità dell’Unione europea sono impegnate a ridurre i rischi per gli investitori e a fornire stringenti parametri alle società che emettono le valute digitali. La Commissione, a questo proposito, ha lanciato una consultazione pubblica per raccogliere pareri in merito alla loro tassazione, al fine di contrastare le frodi e l’evasione fiscale.

L’Ue spinge per un maggiore controllo fiscale

L’iniziativa di Bruxelles è tesa a fornire alle amministrazioni fiscali le informazioni per identificare i contribuenti che usano nuovi mezzi di pagamento o di investimento, in particolare le criptovalute, per limitare evasione e frodi.

L’Ue prevede anche per gli emittenti di criptovalute, particolarmente significative e garantite da attività, l’applicazione di misure più rigorose in termini di requisiti patrimoniali, tutela degli investitori, nonché supervisione. ,

Secondo Fedeconsumatori è un approccio troppo improntato al controllo fiscale e per questo ritiene che sia necessario da parte della Bce e delle Banche centrali nazionali un ruolo più attivo in un mercato ancora troppo torbido e sregolato.

A cura di: Fernando Mancini

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