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Euro digitale, privacy al primo posto per i cittadini

Sì all'emissione di un euro digitale negli attuali sistemi bancari e di pagamento. A dirlo sono i privati cittadini e i professionisti, fra cui banche, fornitori di servizi di pagamento, esercenti e società tecnologiche, che hanno partecipato alla consultazione pubblica indetta dalla Bce.

19/05/2021
simbolo dell'euro di colore grigio su sfondo blu
Euro digitale, privacy al primo posto per i cittadini

Si parla ormai sempre più dell’arrivo di un euro digitale. E, in vista dell’eventuale emissione della nuova moneta, la Banca Centrale Europea ha pubblicato l’analisi di una sua consultazione pubblica. L’intento è garantire la trasparenza e dare ai cittadini dell'Unione Europea, agli operatori del mercato e ad altre parti interessate l'opportunità di esprimere il proprio parere su questioni e regolamenti europei.

Dall’indagine viene fuori che cittadini e professionisti mettono al primo posto la privacy nel caso di valuta digitale. Ciò rappresenta una priorità per il 43% delle persone intervistate. Al secondo posto, tra le richieste, vi sono la sicurezza (18%), la possibilità di usare tale valuta in tutta l’area dell’euro (11%), l’assenza di costi aggiuntivi (9%) e offline (8%).

“Un euro digitale può avere successo soltanto se risponde alle esigenze dei cittadini europei”, ha dichiarato Fabio Panetta, membro del Comitato esecutivo della BCE. “Faremo del nostro meglio per assicurare che un euro digitale sia in linea con le aspettative dei cittadini che sono emerse dalla consultazione pubblica”. La privacy è il requisito più importante di un euro digitale sia per i cittadini sia per i professionisti, specialmente esercizi commerciali e altre imprese.

Tutti e due i gruppi chiedono che tale moneta digitale presenti caratteristiche atte a prevenire attività illecite. Inoltre, oltre due terzi dei partecipanti alla consultazione preferiscono che l’integrazione di un euro digitale venga attuata negli attuali sistemi bancari e di pagamento. L’idea è poter beneficiare di servizi aggiuntivi, oltre ai semplici pagamenti in euro digitali. Circa un quarto dei partecipanti alla consultazione pubblica, indetta dalla Banca Centrale Europea, ritiene che un euro digitale debba rendere i pagamenti transfrontalieri più rapidi e meno costosi. E c’è chi vorrebbe poter usare la moneta digitale al di fuori dell’area dell’euro, ma limitatamente.

L'euro digitale non sostituirebbe il contante, ma piuttosto lo completerebbe. L'Eurosistema continuerà, infatti, a garantire l'accesso al contante in euro in tutta l'area dell'euro.

I suggerimenti

Nel corso della consultazione la Bce è riuscita ad avere molti consigli di natura tecnica dai partecipanti. Secondo un quarto dei singoli partecipanti, infatti, per fare in modo che ci siano caratteristiche simili a quelle del contante, sarebbero preferibili soluzioni con carta (o smartcard) o un elemento sicuro nello smartphone per gli utenti finali. Per la metà dei partecipanti è importante che vengano stabiliti limiti all’ammontare detenuto, una remunerazione a più livelli o una combinazione di questi due elementi per gestire la circolazione dell’euro digitale. Una stessa quota di professionisti condivide questa opinione.

La consultazione è iniziata il 12 ottobre 2020 e si è conclusa il 12 gennaio 2021, con oltre 8.200 risposte, il numero più elevato mai registrato per una consultazione pubblica della Bce. Ad avervi preso parte sono maggiormente privati cittadini (94%), mentre la parte restante è composta da professionisti, fra cui banche, fornitori di servizi di pagamento, esercenti e società tecnologiche.

La maggior parte dei contributi proveniva da tre Paesi: il 47% dalla Germania, il 15% dall'Italia e l'11% dalla Francia. Il Portogallo, la Spagna, l'Austria, il Belgio e i Paesi Bassi hanno fornito tra l'1% e il 5% delle risposte ciascuna, mentre gli altri Stati membri hanno fornito meno dell'1% ciascuno.

Quanto è stato raccolto dalla Banca Centrale Europea non riguarda solo le opinioni della popolazione dell’Unione Europea, poiché la consultazione era aperta a tutti e i partecipanti vi hanno contribuito di iniziativa propria. La partecipazione alle consultazioni pubbliche è volontaria e riflette interessi e opinioni personali e professionali degli intervistati. Sebbene il campione di intervistati non sia destinato ad essere statisticamente rappresentativo della popolazione dell'area dell'euro, le risposte forniscono un prezioso contributo alle riflessioni dell'Eurosistema su un euro digitale.

A cura di: Tiziana Casciaro

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