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Pagamento in contanti quali sono i limiti in Italia

Il Governo, al fine di evitare l’evasione fiscale, ha introdotto dallo scorso luglio 2020 il nuovo limite all’uso del pagamento in contanti, di 2000 euro. Cashback e lotteria degli scontrini avevano lo scopo  di favorire una maggiore tracciabilità e un sistema più digitale.

 

Pubblicato il 14/04/2021

Aggiornato il 03/08/2021

contanti quali limiti in Italia
I limiti all'uso dei contanti in Italia

Qual è il limite massimo del pagamento in contanti? Cosa prevede la normativa vigente?

Il Governo, al fine di evitare l’evasione fiscale - con decreto n. 124/2019 collegato alla Legge di Bilancio - ha nuovamente abbassato la soglia consentita del pagamento in contanti. Fino agli scorsi anni il limite all’uso del denaro contante nei pagamenti era fissato a 3.000 euro, dallo scorso luglio 2020 la nuova soglia massima per il pagamento cash è di 2.000 euro.

Un’ulteriore stretta è prevista dal prossimo gennaio 2022, quando il limite sarà ulteriormente dimezzato e passerà a 1.000 euro.

La normativa attualmente vigente prevede dunque il divieto di pagare a uno stesso soggetto e nella stessa giornata, importi in contanti pari o superiori a 2.000 euro. Da questa soglia in su, qualsiasi transazione in contanti deve avvenire necessariamente attraverso l’utilizzo di strumenti tracciabili come bonifico bancario, carta di credito, ecc. per trasferire fondi da un soggetto a un altro.

Tuttavia, la stessa normativa consente il pagamento rateizzato in contanti di operazioni economiche che fisiologicamente si prestino a essere risolte servendosi del contante. Si pensi ad esempio alle cure mediche dal dentista o ai soggetti che non hanno alcuna dimestichezza con gli strumenti di pagamento elettronici.

Sono previste eccezioni ai suddetti limiti?

La risposta è sì, perché potranno effettuare pagamenti in denaro contante oltre i 2000 euro solo ed esclusivamente cittadini stranieri non residenti in Italia, come ad esempio i turisti, nei confronti di operatori di commercio al minuto e agenzie di viaggio e turismo.

Quali sono le sanzioni per chi non rispetterà tale soglia?

Dal 1° luglio 2020 sono scattate scattate sanzioni salate fino a 50.000 euro per coloro che non dovessero rispettare la nuova disposizione di legge ed effettuare pagamenti superiori ai 2.000 euro Le sanzioni previste in caso di violazione del limite all’utilizzo dei contanti sono state recentemente riformate dal D.Lgs. 90/2017 e vengono commisurate all’effettivo importo della violazione commessa.

Perché il Governo ha dovuto limitare l’uso dei contanti?

Per via dell’emergenza sanitaria sono aumentanti esponenzialmente i pagamenti tracciabili, dal momento che la chiusura forzata di molte attività commerciali ha moltiplicato le vendite online, mentre per limitare il più possibile i contatti non necessari e mantenere la distanza di sicurezza, il Governo stesso ha raccomandato i pagamenti a mezzo bancomat.

La disposizione sul limite all’uso dei contanti prettamente finalizzata alla lotta all’evasione è stata più di recente rafforzata da ulteriori misure, come il cashback di Stato e la lotteria degli scontrini.

Entrambi parte del Piano Italia Cashless messo a punto dal Governo, lo scopo era quello di incentivare l'uso di carte e app di pagamento, al fine di modernizzare il Paese, favorire lo sviluppo di un sistema più digitale, veloce, semplice e trasparente e combattere l'evasione fiscale. Entrambi i programmi sono stati però interrotti lo scorso mese di giugno 2021, a soli sei mesi dalla introduzione, con la motivazione che quel sistema non favorisse i ceti meno abbienti, ma coloro che fossero già abituati a usare i pagamenti elettronici. 

Crescono invece sempre di più i conti online, ormai non più appannaggio dei soli giovani e di chi ha più confidenza con il digitale, ma strumento di gestione del denaro anche per i consumatori più maturi, il cui approccio al digitale e ai metodi elettronici ha compiuto un vero e proprio salto in avanti duranteil lockdown.

Stipendi dei lavoratori o collaboratori

Dal luglio del 2018 anche i datori di lavoro hanno il divieto di retribuire a mezzo contanti i propri dipendenti o collaboratori. Il salario o lo stipendio possono essere corrisposti solo ed esclusivamente tramite bonifici con IBAN, pagamenti elettronici, assegni bancari o postali e versamenti in contanti presso la banca o la posta, con esclusione, almeno per il momento, dei rimborsi spese per le trasferte e gli anticipi di spese per conto del datore di lavoro o del committente.

Si rammenta che per il datore di lavoro o il committente che non rispettano il divieto in materia di tracciabilità degli stipendi è prevista una sanzione amministrativa pecuniaria per un importo compreso tra i 1.000 e i 1.500 euro.

A cura di: Federica Izzo

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