Risiko bancario a un punto di svolta: quali ricadute per clienti e mutuatari
Vanno avanti le aggregazioni nel settore bancario. Dopo il fallimento dell'offerta di Mediobanca su Banca Generali, la banca d'affari milanese va verso il Montepaschi. Mentre altre partite si avviano verso il successo. Ecco i prossimi passi e cosa attendersi

La bocciatura dell’Offerta pubblica di scambio (Ops) su Banca Generali, da parte dell’assemblea di Mediobanca, ha segnato un passaggio importante nel consolidamento in atto nel sistema bancario nazionale. Proviamo a capire quali ricadute è possibile attendersi su prestiti, mutui e condizioni applicate sui conti correnti.
Mediobanca verso Siena. Cosa manca
Il 22 agosto, l’assemblea degli azionisti di Mediobanca è stata convocata per decidere in merito alla proposta del management, intenzionato a rilevare Banca Generali con l’obiettivo di dar vita al gigante italiano del wealth management, cioè la gestione dei patrimoni della clientela facoltosa.
Buona parte dei fondi internazionali ha votato a favore dell’operazione, che tuttavia non è passata per l’opposizione di Francesco Gaetano Caltagirone (che ha in mano il 10% del capitale), Delfin (holding d’investimento degli eredi Del Vecchio, titolare del 20% delle quote), nonché dei Benetton, di UniCredit e di alcune casse professionali. Un esito letto dagli analisti come una bocciatura del management che guida la banca d’affari milanesi e come un punto a favore di Montepaschi, che a sua volta ha lanciato un’Ops sulla stessa Mediobanca.
Mps ha indicato nel 35% la soglia di adesione sufficiente per acquisire il controllo dell’istituto milanese e già il solo duo Caltagirone-Delfin, da tempo in rotta di collisione con il management di Mediobanca, ha in mano il 30%.
Inoltre la Bce ha dato il suo benestare all’offerta, non rilevando motivi di impedimento. A questo punto l’esito appare scontato, resta da capire solo la portata. In caso di adesione superiore al 50%, è previsto un cambio veloce ai vertici, con le dimissioni anticipate di AD e presidente di Mediobanca e un Cda che potrebbe essere rinnovato già entro l’assemblea di bilancio (ottobre o novembre).
Le altre partite in corso e le prossime tappe
Respinta l’Ops di UniCredit su Banco Bpm, con il governo che ha posto una serie di paletti all’acquisizione, tanto da spingere l’offerente alla rinuncia, va verso la conclusione positiva l’offerta di Bper Banca su Banca Popolare di Sondrio.
A luglio vi è stata l’adesione del 58,5% del capitale e dopo l’estate si procederà con il residuo. Stesso discorso per Banca Ifis, che ha rilevato la maggioranza assoluta di illimity bank.
Il consolidamento in atto si spiega principalmente per una ragione di costi. La transizione digitale da una parte ha aperto l’accesso al mercato da parte di nuovi operatori, spingendo così una competizione sui prezzi che mette sotto pressione i margini.
Al tempo stesso, tra funzioni consultive e dispositive, oggi è possibile fare comodamente dal pc o dallo smartphone molte delle funzioni che prima erano riservate alla filiale. Il che consente di ottimizzare anche la componente dei costi, ma è importante mettere in campo investimenti importanti nel campo dell’innovazione, che è più facile spalmare se crescono le dimensioni tramite fusioni e/o acquisizioni.
Le ragioni del consolidamento in atto
Guardando alla clientela, le aggregazioni portano in primo luogo a una riduzione delle filiali, per cui è probabile che si riduca il presidio sul territorio. Le aggregazioni possono invece essere vantaggiose per chi richiede un finanziamento, che sia un’impresa che ha in mente investimenti o un cittadino che punta a un prestito o all’accensione del mutuo. Poter contare su spalle più robuste, infatti, consente di avere maggiori margini di manovra sia per la concessione del credito, sia per applicare condizioni migliorative della media.
Attenzione, però, a dare per scontato l’esito delle fusioni. Spesso nel passato l’integrazione tra differenti culture aziendali si è rivelata tutt’altro che semplice. Senza un adeguato processo di avvicinamento che coinvolga le banche a tutti i livelli, c’è il rischio di ricadute negative per tutti, risparmiatori e mutuatari compresi. I prossimi mesi saranno decisivi in questo senso.