Settembre: parte la maratona fiscale, 270 scadenze
Gli ultimi 15 giorni di settembre sono segnati da 270 scadenze fiscali cui sono chiamati gli italiani, tra Ires, Irap e saldo/acconto Irpef. I cittadini potranno pagare anche per via telematica. La CGIA di Mestre ha calcolato che, in 40 anni, il peso dell'erario è aumentato di 11 punti percentuali.

È partita la maratona fiscale: dal 16 settembre fino a fine mese le famiglie e le imprese saranno sottoposte a un forte prelievo. Il groviglio di scadenze tese dall’erario non lascerà scampo e, afferma il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA, Paolo Zabeo, in attesa della semplificazione fiscale e del tanto agognato taglio delle tasse, l’unica certezza su cui contare è che ancora una volta gli italiani dovranno mettere mano pesantemente al loro portafoglio. Tra i versamenti che sono stati prorogati in questi ultimi mesi a causa del Covid e gli adempimenti ordinari previsti dal calendario del Fisco, dovranno dunque districarsi tra una vera e propria giungla fiscale costituita da ben 270 scadenze.
La tecnologia in aiuto dei cittadini
Saranno quindici giorni di tour de force, con i cittadini impegnati a rispettare gli appuntamenti anche di sabato e domenica. Sono sempre di più, infatti, quelli che ritagliano spazi nel loro fine settimana per ‘operare’ tramite il loro sportello virtuale, che permette – oltre alle altre funzioni bancarie – anche di pagare le tasse attraverso vari strumenti (dall’F24 ai bonifici) e device (computer, tablet e anche smartphone). Oggi, per altro, il ricorso al web in questo ambito si è intensificato grazie allo Spid (Sistema pubblico identità digitale) che permette agli italiani di seguire lo stato della propria cassetta fiscale, verificare per esempio gli adempimenti effettuati e i rimborsi.
CGIA, giornate stressanti
Tornando alle tasse, in questo periodo comunque non è che i contribuenti saranno chiamati a onorarle tutte, ma tra pagamenti, comunicazioni, adempimenti, ravvedimenti operosi, dichiarazioni e istanze da presentare all’erario, saremo costretti a trascorrere giornate molto stressanti. In particolare cita alcune scadenze: a chiedere il conto ci penseranno l’Iva, i contributi previdenziali l’Ires, l’Irap e il saldo/acconto Irpef (queste ultime per coloro i quali hanno optato per la rateizzazione). La giornata più difficile - secondo l’analisi della CGIA - sarà alla partenza, il prossimo 16 settembre, quando il fisco ci chiederà 187 versamenti e la presentazione di 2 comunicazioni e di 3 adempimenti.
È necessario tagliare le tasse ed erogare più credito
Sono proprio in queste occasioni che emerge ancora di più la necessità di avere un sistema fiscale più semplice, meno esoso e più giusto. È avvertito da tutti, soprattutto dai leader politici nazionali, anche se – sottolinea la CGIA - in questi ultimi 20 anni alle promesse non sono seguiti i fatti. Solo con un drastico taglio delle tasse e una forte iniezione di liquidità, secondo il segretario Renato Mason, possiamo aiutare il mondo delle micro e piccole imprese. Altrimenti, rischiamo una moria senza precedenti che desertificherà tantissime zone produttive e altrettanti centri storici di piccole e grandi città, minando la coesione sociale che in questo Paese è il pilastro su cui si basa la nostra economia.
Pagamenti facilitati per scadenze slittate al 16 settembre
Tra i 187 versamenti che si sono dovuti onorare entro mercoledì 16 settembre, 13 sono quelli che sono stati sospesi in questi ultimi mesi a seguito della crisi sanitaria provocata dal Covid. Si ricorda che con il decreto di agosto (in fase di conversione di legge) è prevista una ulteriore parziale proroga per queste 13 scadenze, con precise modalità. Nel dettaglio: 1) il 50 per cento del dovuto si è potuto versare in un’unica soluzione entro il 16 settembre o in 4 rate mensili di pari importo (di cui la prima il 16 di settembre) 2) il restante 50 per cento del dovuto si può rateizzare al massimo in 24 rate mensili di pari importo, con il versamento della prima rata a partire dal prossimo 16 gennaio 2021.
+11 punti percentuali la pressione fiscale in 40 anni
La CGIA ha ricostruito la serie storica della pressione fiscale registrata in Italia. Negli ultimi 40 anni quest’ultima è salita di 11 punti percentuali. Se nel 1980 era al 31,4 per cento, nel 2019 si è attestata al 42,4% (la punta massima è stata nel 2013, con 43,4%, durante il Governo Monti). Per l’anno in corso ritiene che sia ancora estremamente difficile prevedere a quanto ammonterà. Molto probabilmente è destinata ad aumentare, non tanto a causa di un incremento dei tributi, ma per la forte contrazione del Pil che, rispetto al 2019, dovrebbe ridursi del 10%. Gli esperti ricordano infatti che la pressione fiscale è il risultato del rapporto tra le entrate fiscali e il prodotto interno lordo.