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Carta di credito: è obbligatorio firmare lo scontrino?

21/12/2017
Carta di credito: è obbligatorio firmare lo scontrino?

Oggi partiamo da una domanda che può sembrare scontata, ma non è assolutamente banale. E’ obbligatorio firmare lo scontrino al termine di una transazione con carta di credito? 

Partiamo da un presupposto: utilizzare la carta di credito costituisce, almeno concettualmente, una richiesta di prestito alla banca. Gli acquisti che si fanno con la carta nel mese in corso vengono effettivamente addebitati il mese successivo (di solito il giorno 15).

Questo meccanismo equivale a chiedere alla banca di prestarci dei soldi, per poi saldare in seguito il debito. Pertanto è plausibile che la firma costituisca una sorta di presa di conoscenza del debito in essere. Lo stesso discorso vale per gli acquisti online: al momento del perfezionamento della transazione, ci viene chiesto il codice di sicurezza riportato sulla carta, una sorta di “firma digitale”.

Nel caso del Bancomat la firma non è necessaria, dato che l’importo da pagare viene prelevato immediatamente dal conto bancario del cliente, al quale si accede tramite il Pin (Personal identification number). Non a caso, il Bancomat è considerato una carta “di debito” e non una carta di credito.

La firma dello scontrino, burocrazia a parte, serve poco a tutelare l’acquirente, visto che viene richiesta dopo che la transazione è avvenuta e quindi il potenziale danno è fatto. In altri Paesi ad esempio, viene richiesto un documento di identità al momento della transazione, abitudine che si sta diffondendo anche in Italia per evitare acquisti fraudolenti.

In caso contrario, se qualcuno usasse la carta di credito senza il nostro consenso, l’unico modo per contestare la spesa è quello di confrontare le firme. Se non dovessero coincidere, occorre presentare un un reclamo.

Diverso il caso delle carte contactless, ovvero le carte di ultima generazione. In questo caso è possibile fare acquisti senza apporre alcuna firma sullo scontrino, purchè l’importo da pagare sia inferiore a 25 euro.

Delle carte contactless abbiamo parlato più volte, ad esempio nella news "Pagamenti digitali: banconote addio o quasi": a differenza delle carte tradizionali, non vanno inserire nei Pos, ma accostate al dispositivo, grazie ad una tecnologia denominata RFID. Si tratta di un acronimo che sta per Radio-Frequency IDentification ("identificazione a radiofrequenza" in italiano) ed indica un sistema che funziona tramite delle targhette elettroniche, chiamate tag, in cui vengono inseriti dei dati inerenti all'oggetto su cui sono poste. 

Le informazioni contenute nei tag vengono lette da un apposito strumento detto reader, che processa velocemente i dati.

Anche se di recente si è dibattuto su casi di frode legati alle carte contacless, in realtà si tratta di strumenti molto sicuri. Le transazioni contactless utilizzano lo standard EMV: ogni volta che si effettua un’operazione viene generato un nuovo codice di autorizzazione. 

Abbiamo parlato all’inizio dell’articolo di come, di fatto, la firma dello scontrino non costituisca una forma di tutela per il consumatore. Per far sì che gli acquisti con carta di credito siano sicuri, vale la pena verificare quali sistemi di protezione sono previsti dalla propria banca ed attivarli.

Ad esempio i sistemi di sms alert o anche il controllo attraverso home banking sono ottimi strumenti per monitorare i propri acquisti ed evidenziare puntualmente eventuali anomalie.

Di tutto questo abbiamo parlato nel nostro articolo Le truffe elettroniche, come difendersi, dove abbiamo spiegato i principali accorgimenti per contrastare gli illeciti dei pirati informatici.

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A cura di: Alessia De Falco

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