Pagare le tasse: a gennaio 2026 scatta il ravvedimento per mettersi in regola
Si allarga l'orizzonte di applicazione del ravvedimento, che consente di sanare i mancati pagamenti di imposte nei termini previsti. In pratica, chi si accorge di non aver versato un'imposta, può sanare la propria posizione versando quanto dovuto, maggiorato di interessi e di una sanzione ridotta.

Da gennaio 2026 scatterà una nuova opportunità per i contribuenti italiani che vogliono mettersi in regola con le tasse e sanare eventuali errori o omissioni fiscali. Si tratta del ravvedimento, uno strumento già noto, ma che con l'avvento del nuovo anno, si arricchirà di misure che rendono più semplice, più conveniente e meno rischioso regolarizzare le posizioni fiscali pregresse.
Cosa cambia con il nuovo ravvedimento
Questa novità rappresenta un passo importante per chi intende evitare le pesanti sanzioni ordinarie e ridurre il rischio di contenuti con l'Agenzia delle Entrate, offrendo condizioni più flessibili di pagamento e una maggiore tutela.
Il concetto base del ravvedimento è di permettere al contributore di correggere spontaneamente eventuali errori, dimenticanze o omissioni nelle dichiarazioni fiscali. In pratica, chi si accorge di non aver versato un'imposta o di aver commesso un errore nella dichiarazione può sanare la propria posizione versando quanto dovuto, maggiorato di interessi e di una sanzione ridotta, la quale diminuisce quanto prima si interviene. Questo meccanismo ha da sempre incentivato la regolarizzazione spontanea da parte dei cittadini, evitando che le sanzioni ordinarie, molto più pesanti, e le conseguenti procedure di accertamento producono problemi irrisolvibili.
Quali saranno le facoltà a disposizione dei contribuenti
A partire da gennaio 2026 si avrà una particolare estensione e potenziamento di questa facoltà di ravvedimento. Arriva il cosiddetto ravvedimento speciale collegato al concordato preventivo biennale, una procedura che consente di regolarizzare le annualità dal 2019 fino al 2023 con condizioni particolarmente vantaggiose. Si tratta di una modalità pensata soprattutto per le imprese e per i contribuenti soggetti agli indici sintetici di affidabilità fiscale (Isa), che potranno usufruire di un versamento agevolato, senza incorrere in sanzioni ordinarie. Inoltre, grazie a questo strumento, si bloccheranno gli accertamenti fiscali per gli anni interessati dal ravvedimento, una tutela che assume grande rilievo in un'epoca in cui le verifiche ei controlli fiscali si sono intensificati.
In cosa consisterà lo “sconto” sulle imposte da pagare
Il vantaggio in termini finanziari è evidente: il contribuente dovrà versare solo l'imposta dovuta, gli interessi legali e una sanzione ridotta, evitando così le pesanti penalità ordinarie che spesso si configurano in importi considerevoli e difficili da sostenere. A questo si aggiunge la possibilità di effettuare il pagamento in modo dilazionato, attraverso un piano di rateizzazione che può arrivare fino a dieci mesi. Una modalità che rende più accessibile la regolarizzazione anche a chi deve far fronte a ingenti debiti fiscali e consente una gestione più controllata e meno impattante sulle casse dell'azienda o del contribuente.
Questa misura, però, non è a disposizione di tutti in via illimitata. È subordinata infatti a precise condizioni e cadenze. La regolarizzazione deve essere effettuata entro il 15 marzo 2026 e riguarda solo chi non ha ancora ricevuto atti di accertamento o di recupero crediti definitivi per gli anni coinvolti. Inoltre, per poter beneficiare del ravvedimento speciale legato al concordato biennale, è necessario che i versamenti superino un minimo soglia di mille euro per anno interessato. Chi aderisce e sceglie la rateazione deve poi rispettare scrupolosamente il piano di pagamento, perché in caso di mancato rispetto si decade dai benefici e si torna a dover fronteggiare sanzioni e interessi ordinari.
Verso un Fisco “amico” dei contribuenti
Questa nuova opportunità nasce sulla scia degli interventi governativi degli ultimi anni che hanno privilegiato una maggiore collaborazione tra contribuente e fisco, puntando a ridurre le controversie e a semplificare le procedure per la regolarizzazione delle pendenze fiscali. La logica è chiara: favorire chi vuole mettersi in regola e ridurre al minimo i conflitti, garantendo al tempo stesso un gettito fiscale certo per lo Stato. L'introduzione del ravvedimento speciale e del piano di rateazione va proprio in questa direzione, fornendo uno strumento in più per gestire in modo ordinato e meno traumatico le criticità fiscali.
Dal punto di vista pratico, sarà quindi importante per i contribuenti prestare molta attenzione alle cadenze e alle modalità operative previste, affidandosi eventualmente anche a professionisti fiscali per evitare errori o ritardi che potrebbero far perdere i benefici del ravvedimento. È consigliabile, inoltre, monitorare da vicino le comunicazioni ufficiali dell'Agenzia delle Entrate, che offrirà indicazioni più dettagliate su come attivare e utilizzare questa nuova opportunità.