Carte revolving: Bankitalia aiuta a evitare le trappole
Occhio ai costi nascosti. Le carte revolving, cioè quelle che incorporano un finanziamento, presentano talvolta tassi particolarmente elevati, che è bene conoscere per evitare sorprese sgradite. A dirlo è la Banca d'Italia in un vademecum per i consumatori.

Le carte revolving, quelle cioè legate a un piano di finanziamento, presentano spesso costi elevati e non chiari per i consumatori. Da qui la necessità di maggiore trasparenza nel settore. A segnalarlo è la Banca d'Italia, che è intervenuta sull’argomento per segnalare i rischi di sovraindebitamento che incombono sulle famiglie italiane, a maggior ragione se si considera il periodo non proprio brillante per l’economia, tra crescita debole e inflazione elevata.
Occhio ai costi delle carte revolving
A differenza delle carte di credito tradizionali, che prevedono solo l’addebito mensile delle spese sostenute nel mese precedente, quelle revolving presentano interessi spesso a due cifre percentuali. Spesso, poi, per chi fa un certo numero di transazioni all’anno, è previsto un beneficio economico, per lo più il rimborso del canone annuo.
“Considerate le possibili difficoltà nella comprensione dei costi del prodotto e delle modalità di ripristino della linea di credito accordata, si rende necessario, da un lato, favorire la più ampia consapevolezza da parte del cliente delle caratteristiche del finanziamento e dei relativi oneri e, dall’altro, rafforzare i presidi adottati dagli intermediari; ciò, anche al fine di mitigare i rischi di sovraindebitamento e di vendita di un prodotto non adeguato, non coerente e non utile per il cliente stesso”, sottolinea l’istituto guidato da Ignazio Visco.
L’iniziativa della Banca d’Italia contro i rischi sui tassi
Dalle ispezioni e controlli della Banca Centrale, sono emerse “disomogeneità nell'interpretazione di talune previsioni normative, criticità nel governo e nel controllo del prodotto, debolezze nelle modalità di offerta e di collocamento dello stesso e ambiti di miglioramento delle condotte tenute dagli operatori vigilati”, per citare il documento ufficiale. Pertanto, con una comunicazione della Vigilanza, l’istituto di Via Nazionale ha fissato gli orientamenti per gli operatori, chiamati a “un’autovalutazione dei propri assetti, procedure e prassi”.
Gli orientamenti sono suddivisi in tre aree di intervento (governo e profili organizzativi, prassi applicative e operative, controlli interni) e riportano anche buone prassi verso le quali è auspicata una progressiva convergenza da parte degli operatori.
Le indicazioni fornite dalla vigilanza agli operatori
“Si reputa buona prassi disciplinare in modo organico e strutturato nella normativa interna i prodotti che presentano le caratteristiche tipiche del credito rotativo, in modo da individuare i meccanismi di funzionamento, le regole e i presidi applicabili”, si legge nel documento. Che, pur in un linguaggio burocratico, indica in maniera chiara il da farsi: “È buona prassi, per ciascun prodotto di credito rotativo, in presenza di indicatori di anomalia, prevedere un’informativa almeno annuale al vertice che riporti informazioni quali-quantitative, tra cui: numero di clienti/rapporti (stock e flussi), canale distributivo utilizzato, gestione delle doglianze della clientela, esiti dei controlli condotti sul comparto. Ai fini della definizione di tali indicatori, gli operatori possono ricorrere a parametri determinati o determinabili, quali ad esempio, il Taeg applicato rispetto ad altri prodotti di credito al consumo, il rapporto tra carte inattive sul totale delle carte distribuite, il tasso di conversione dal rimborso a saldo a quello rateale (nei casi di carte a opzione) e le doglianze della clientela (reclami/esposti)”.
Tra i requisiti organizzativi che gli intermediari sono tenuti ad adottare ai fini di una corretta applicazione della normativa di trasparenza, vi è la definizione di procedure interne efficaci, atte a supportare adeguatamente i processi aziendali, anche sul piano informatico.
Come comportarsi di fronte alla proposta di un operatore?
Come detto, il documento è rivolto agli operatori, ma si possono ricavare indicazioni utili per i consumatori. Quanto alla documentazione precontrattuale, in presenza di una linea di credito rotativo associata a una carta, si evidenzia la necessità di indicare i costi della carta funzionali all’utilizzo del finanziamento nell’apposita sezione del Secci, tra i “Costi del credito”.
Nella medesima sezione, avverte Bankitalia, occorre indicare tutti i costi connessi con l’utilizzo della linea di credito rotativo, tra i quali gli oneri derivanti da eventuali sconfinamenti rispetto al fido accordato e gli interessi di mora, distinguendoli chiaramente dalle ulteriori penali applicate in caso di ritardo nei pagamenti o di decadenza dal beneficio del termine.
Prima di firmare, è bene verificare che tutti questi principi vengano rispettati, in modo da evitare poi sorprese sgradite.