Tassi fermi per la BCE fino al 2027: cosa significa per il mercato
La fase di stabilità nei tassi BCE, iniziata a giugno 2025, sembra destinata a durare a lungo. Analisti ed esperti sono concordi: la Banca Centrale Europea non interverrà in maniera significativa sui tassi se non dopo il 2027. Ciò ha conseguenze sul mercato, specialmente sul rendimento dei conti deposito.
Alla vigilia della penultima riunione dell'anno del consiglio direttivo della BCE ci si interroga sulla direzione che prenderà la politica monetaria europea. In un sondaggio rivolto ad analisti ed economisti, Bloomberg ha indagato le opinioni degli esperti ed è emerso che un'alta percentuale degli intervistati ritiene che i tassi non si muoveranno almeno fino al 2027.
Nessuna variazione nei tassi BCE fino al 2027?
Il compito di fissare i tassi di interesse sui depositi e sui rifinanziamenti (principali e marginali) spetta al consiglio direttivo della Banca Centrale Europea, che si riunisce ogni 6 settimane per discutere delle strategie di politica monetaria.
La prossima riunione è in programma il 30 ottobre a Firenze, a cui poi seguirà l'ultima riunione dell'anno a dicembre. Negli ultimi anni il contesto economico di riferimento è cambiato in maniera molto netta: se nel 2022 e nel 2023 la priorità è stata quella di combattere l'inflazione, nel 2024 la BCE ha iniziato ad adottare una politica monetaria più espansiva.
Il graduale taglio dei tassi iniziato a metà 2024 si è concluso a giugno 2025, aprendo una nuova fase di stabilità, che secondo gli analisti proseguirà almeno per tutto il 2026. Da un'indagine di Bloomberg che ha coinvolto oltre 80 esperti, è infatti emerso che:
- Il 72% degli analisti ritiene che non ci saranno variazioni nei tassi negli ultimi mesi del 2025;
- Oltre il 50% degli analisti pensa che i tassi rimarranno costanti anche per tutto il 2026;
- Solo il 17% ritiene che possa esserci almeno un aumento dei tassi nell'arco del prossimo anno.
Attesi i dati su crescita e inflazione
Attualmente i tassi di interesse fissati dalla BCE rispondono all'esigenza di stimolare l'economia, senza scatenare spinte inflazionistiche. Dopo una serie di 8 tagli consecutivi che hanno portato i tassi a scendere di 200 punti base, abbiamo:
- Tasso sui depositi: 2%;
- Tasso sul rifinanziamento principale: 2,15%;
- Tasso sul rifinanziamento marginale: 2,4%.
Le decisioni future riguardo all'andamento dei tassi saranno influenzate essenzialmente dall'andamento di due indici: da un lato, la crescita economica dei Paesi UE e, dall'altro lato, l'inflazione.
Per quanto riguarda i dati della crescita, c'è attesa soprattutto di conoscere l'impatto che avranno i dati provenienti da Francia e Germania. A livello UE, la crescita attesa è dell'1,2% per il 2025, dell'1,1% per il 2026 e dell'1,4% per il 2027.
Sul piano dell'inflazione, invece, non dovrebbero esserci grosse variazioni nell'andamento dell'indice dei prezzi al consumo che si sta avvicinando al livello target del 2%.
Accanto a questi fattori interni, c'è attenzione anche verso altri elementi che possono avere un impatto sul contesto macroeconomico europeo: si tratta, in particolare, delle conseguenze derivanti dall'introduzione dei dazi USA e dalle decisioni di politica monetaria della FED.
Con i tassi BCE stabili cosa succede sul mercato?
Nel corso di quest'anno si è aperta una fase di stabilità dei tassi BCE che sembra destinata a durare abbastanza a lungo. Tutto questo si traduce in una maggiore stabilità anche dei tassi di interesse applicati sui mercati finanziari.
Le offerte delle banche si stanno adeguando di conseguenza, con aggiustamenti nei rendimenti garantiti sui conti deposito. A essere cambiati nella seconda parte del 2025 non sono stati solo i livelli dei tassi di interesse medi e massimi riconosciuti sui conti deposito, ma anche la durata ottimale dei depositi.
Mentre quando i tassi BCE erano vicini al picco del 4% le banche offrivano rendimenti elevati soprattutto sui depositi a breve termine, per incentivare la raccolta, ora che i tassi sono al 2% i rendimenti migliori sono offerti su depositi di durata pari a 24 o a 36 mesi.
Facendo un confronto tra conti deposito si possono trovare soluzioni che offrono rendimenti più alti rispetto a quelli dei tassi BCE e dell'inflazione. Le offerte più convenienti disponibili sul comparatore di ConfrontaConti.it, ad esempio, hanno un tasso di interesse lordo che arriva fino al 3,5%.
I migliori conti deposito, quindi, si confermano un prodotto eccellente per combattere la perdita del potere d'acquisto causata dall'inflazione e, allo stesso tempo, per rendere remunerativi i propri risparmi senza rischiare il capitale.